jueves, 16 de enero de 2014

L’INCONTRO DI JOE SIMONTON: DISCI VOLANTI, TURISTI ITALIANI E BISCOTTI COSMICI…



Per quanto ci sforziamo, in ogni esposizione di incontri ravvicinati con gli OVNIs/UFO nel mondo, troviamo incidenti che sfidano la ragione e che sembrano il prodotto di una "mente" squilibrata.
La maggior parte dei casi contengono elementi la cui unica finalità, a quanto pare, è quello di minare la credibilità della propria esperienza e che questa non sia creduta da ampia parte della popolazione ed che poi sia presa come uno scherzo.
Né sembra logico che un presunto testimone "inventi" un episodio di incontro con un OVNI/UFO (per ingannare la stampa, per esempio), immaginando dettagli assurdi e illogici che fanno perdere credibilità al caso.
Si farebbe tutto questo solo per prendere in giro la gente?
Quindi, se cerchiamo la radice di questi elementi assurdi e incoerenti probabilmente troveremo un fenomeno che è denominato Distorsione.
Quando si verifica un incontro ravvicinato, le entità fanno parte di tutto “l’allestimento” (della scena, degli attori, ecc.) della suddetta rappresentazione che avviene davanti agli occhi del testimone, con materiale psichico estratto dalla mente dell'osservatore.
È qualcosa di simile ai sogni, dove la logica e l'assurdo si danno la mano senza accorgersene. Quando dormiamo la nostra mente rappresenta scene "vivide", accettate al momento come “normali”. Tuttavia, quando ci svegliamo, assodiamo l'assurdità di molti assunti del nostro recente sogno.
Qualcosa di simile accade con gli incontri ravvicinati e con molte esperienze OVNIs/UFO, in cui l’"agente esterno" che lo provoca adopera un linguaggio "onirico", basato su immagini e sensazioni che sfuggono dalla ragione cartesiana, ma che in pratica, nello sviluppo e nell'obiettivo è molto simile ai nostri sogni, che trasmettono un "messaggio" infiltrato.
Quando l'agente esterno si manifesta nella nostra realtà, provoca deliberatamente una distorsione della nostra percezione normale, aiutato in ciò dal nostro "database" inconscio.






Questo agente straniero consegue praticamente (come i sogni) che le esperienze sono intrasferibili e estremamente personali.
Pur condividendo caratteristiche in comune (negli avvistamenti UFO), il personaggio principale degli incontri ravvicinati è la sua personalità individualistica e personale.
Sembra che ci sia un alieno e un "disco volante" diverso per ogni testimone.
Vediamo un esempio di ciò di cui stiamo parlando.
Il 18 Aprile 1961, a Eagle River nel Wisconsin, Joe Simonton un uomo di 60 anni che viveva da solo in una fattoria alla periferia della città, ebbe un incontro molto singolare, con dei particolari "cuochi alieni".
Verso le 11 di mattina, Simonton faceva colazione pacificamente quando udì uno strano rumore simile "a quello di un pneumatico che urtava sopra un marciapiede bagnato". Immediatamente, attraverso la finestra, il testimone ha osservò l'atterraggio di un oggetto metallico nel suo giardino.
Si trattava di un artefatto cromato, estremamente luminoso, di nove metri di diametro e di tre metri e mezzo d’altezza.


 

Aveva forma come di due ciotole invertite e aveva "tubi di scappamento" in tutta la sua circonferenza centrale.
L'oggetto non arrivò a toccar terra e continuava a fluttuare a pochi centimetri dal suolo.
Il testimone si avvicinò all’artefatto e d’improvviso un portello si aprì. All'interno del OVNI/UFO, Simonton osservò tre occupanti con carnagione scura, capelli neri e tra i 25 e i 30 anni di età. Essi avevano un’altezza di metro e 5 centimetri e del peso di circa 56 chili. Indossavano tute nere o blu marino con camicia a collo alto e caschi di stoffa.
Simonton disse ai giornalisti che erano ben rasati e sembrava "di origine italiana".
Uno degli occupanti diede al testimone una ciotola "metallica" con due manici che sembrava essere fatta dello stesso materiale della nave, indicando con gesti che avevano bisogno di acqua da bere.
Infatti uno degli umanoidi si portò la ciotola alla bocca mimando il gesto del bere.
Da buon padrone di casa, Simonton accolse la richiesta e andò in casa a riempire la ciotola d'acqua, che pesava più dell’alluminio e meno dell’acciaio.
Il testimone riferì che: "Era una bella cosetta, una ciotola tipo thermos come una bottiglia, ma differente da ogni altra che aveva visto fino allora".
Tornando indietro, notò che all'interno dell’artefatto, vi era un occupante impegnato con una griglia da cucina, che stava facendo dei "biscotti" (i nostri colleghi anglosassoni usano il termine pancakes anche se era in realtà una specie di "tortina"). Non vide fuoco sulla griglia.




Quando consegnò la ciotola Simonton si appoggiò all’oggetto. L'interno dell’artefatto era nero opaco e aveva tre "cruscotti" simili al ferro battuto.
Il testimone disse che sentiva una morbida rumore simile a quello di un generatore elettrico. Simonton, a gesti, chiese i biscotti a un "italiano".
Lo "chef" che aveva strisce rosse sui pantaloni, gli diede quattro biscotti, ancora caldi, di circa sette centimetri e mezzo di diametro, con piccoli fori.
Questo umanoide sfiorò leggermente la fronte a Simonton in un gesto di gentilezza per la sua collaborazione, o almeno così interpretò il testimone. "Infine, – scrive Jacques Vallee nel suo libro Pasaporte a Magonia – l'individuo più vicino al testimone assicurò un gancio a una specie di cintura che portava alla sua tuta e chiuse il portello così perfettamente che Simonton ebbe problemi nel distinguere il suo contorno".

Immediatamente dopo la macchina si alzò con un angolo di 45 gradi, a sei metri da terra e si allontanò via verso sud, tanto da far piegare le cime di alcuni pini lì vicino, ma senza causare alcuna traccia visibile su di essi. L’esperienza durò cinque minuti.
Simonton assaggiò uno dei biscotti nell'interesse della scienza, e riferì ai giornalisti che "sapeva di cartone."
Nella rivista Flying Saucer Review del 1962 ed anche in una intervista televisiva, Joe Simonton dichiarò che quegli esseri avevano uno sguardo molto profondo, penetrante, e non poté guardarli a lungo negli occhi.
Questo particolare dello "sguardo profondo" è considerevole (per la "verità" dell’esperienza) e sarebbe poi diventato un punto di riferimento in molti incontri ravvicinati registrati in tutto il mondo, soprattutto nei casi di sequestro.
Simonton consegnò un biscotto al giudice della contea di Vilas, Frank Carter, che era un dichiarato appassionato di OVNIs/UFO e membro del NICAP (Comitato Nazionale indagini dei fenomeni aerei), ma a quanto pare il famoso gruppo non prese la questione troppo sul serio.
Il poliziotto Schroeder, che conosceva Simonton da 15 anni, disse: "ovviamente credeva alla verità di quello che diceva."
L’USAF esaminò la questione analizzando uno dei biscotti nel "US Departament of Health, Education and Wefare´s Food and Drug Laboratory" (Dipartimento della Salute, Istruzione e Laboratorio di Alimentazione e Farmaceutica di Wefare).
Il risultato fu; "Grasso idrogenato, amido, grano saraceno, soia e crusca di frumento. I batteri e le letture di radiazioni erano normali per questo materiale. Analisi chimiche, infrarossi e altre prove di tipo distruttivo sono state eseguite su questo materiale... un ordinario biscotto d’origine terrestre".

Nel luogo del presunto incontro non si riscontrarono nessuna tipo di evidenze ...
Sebbene Loren Coleman segnalava in un articolo intitolato "High Strangeness: Space Pancakes" (enorme stranezza: biscotti spaziali) che il ricercatore Ray Rath dichiarò: "Si dice, tuttavia, che il frumento del biscotto era di un tipo sconosciuto." Nella relazione USAF si specifica che Joe Simonton: "ha risposto alle domande direttamente, non si è mai contraddetto, ha insistito che i fatti erano avvenuti esattamente come aveva detto e si rifiutò di accettare abbellimenti o modifiche. Era sicuro che non gli avrebbero creduto, ma non gli importava. Disse semplicemente che tutto questo era accaduto ed era tutto".
Disse inoltre indicato che l'evento non aveva spiegazione alcuna.
Nel frattempo il ricercatore John Keel nel suo libro OVNI: Operación Caballo de Troya (UFO: Operazione Cavallo di Troia) commentava che: "In quel tempo stesso, un agente di assicurazione di nome Borgo Savino stava guidando lungo la strada 70, a circa seicento metri dalla fattoria di Simonton, quando vide quello che ha poi descritto come un piattino rosa che si alzava in aria in diagonale e volò parallelo alla strada".
Un dettaglio interessante delle analisi eseguite sul biscotto indicava che questo non conteneva sale.
Jacques Vallee, nel suo magnifico libro Pasaporte a Magonia, confrontava questo "dono culinario" con gli alimenti delle fate che non devono contenere il sale.
Il Dottor Joseph Allen Hynek, insieme al maggiore Robert Friend, disse che il testimone stava dicendo la verità, ma che tutto era il prodotto di una lucida "insognazione", avvenuta mentre veniva preparata la colazione.
Simonton poi si pentì d’aver racconto la sua storia al pubblico, perché soffrì ripetutamente di burle e scherzi sia dai suoi vicini che dalla stampa.
La sorte dei misteriosi biscotti fu:
1 – Consumati da Simonton.
2 – Consegnati al NICAP.
3 – Consegnati al USAF (Come detto poi nella Base della Air Force Wright-Patterson)
4 – In mano propria di Simonton (anche se apparentemente sono finiti nelle mani del ricercatore Barry Greenwood).

Su "Sogni lucidi", Biscotti e incontri ravvicinati
Sono in parte d'accordo con l'approccio del dottor Hynek nel dire che il testimone aveva una "esperienza vicina allo stato di un sogno", ma senza dubbio il suo incontro ha avuto un carattere "fisico", "reale" e tangibile, originato da un "agente esterno" alla mente di Simonton.
La psiche del testimone serve per aggiungere (riunire) elementi quotidiani al supposto atterraggio di un OVNI/UFO.
È particolarmente strano che un veicolo spaziale abbia una griglia per la cottura, oltre che esser usata da "turisti italiani" che regalano biscotti e che hanno ciotole d'acqua.
Non c'è dubbio che tutti questi aspetti, sono il risultato di un complesso fenomeno di distorsione, che nasce dalla unione della mente di Simonton e del "agente esterno".
È ricorrente che in molti incidenti con gli equipaggi dei dischi volanti, questi chiedano acqua ai stupefatti testimoni.
In qualche modo questo "archetipo" rassicura gli osservatori che all'interno di un contesto straordinario siano capaci di riconoscere comportamenti, oggetti e azioni del tutto banali.
Per esempio, Simonton aveva lavorato come idraulico, ed è molto "sospetto" che l'UFO era circondato da tubi.
In più, l’artefatto sembrava dalla descrizione uno di quei "rimorchi" dove si preparano pasti veloci, così comune negli Usa, più che una nave spaziale...
Se i sogni normali di solito hanno aspetti e elementi inspiegabili, assurdi e difficile da capire, è da immaginare il risultato dell'unione dell'incosciente di un testimone e la manipolazione di un agente sconosciuto in natura e finalità, che ha la capacità di creare materia.

Risulta quantomeno sospetto che un idraulico, osservava molti "tubi" sulla superficie del OVNI/UFO… Anche in questo caso è chiaro che l’incosciente del testimone contribuisce nello sviluppo di un incontro UFO. Inoltre, se si pensa che sia Simonton, come l'equipaggio della macchina stavano facendo colazione...

Quando avvenne l’atterraggio OVNI/UFO di Eagle River, l’"agente esterno" sintonizzò l’inconscio di Simonton, e costui sicuramente avrebbe voluto un incontro con gente normale, ospitale, che cucina nella sua navicella dei biscotti speciali per la colazione di ogni vicino.
Questo stesso dettaglio dei biscotti, fondamentale nell'esperienza, rese poi impossibile far credere a molte persone della testimonianza di Simonton. Risate e incredulità erano garantiti.
Pertanto, la "distorsione" comporta una capacità intrinseca di assurdo e di immaginario impossibile (segnale di identità di molti incontri con gli OVNIs/UFO) che permette al fenomeno di spostarsi tra il reale e lo straordinario, tra la veglia e il sonno.
I biscotti non avevano niente di speciale, poiché tutto si riduce al livello del nostro universo conosciuto e privato.
Ma tuttavia, analizzando la loro verità interiore ci si renderà conto che i biscotti sono i prodotti di una distorsione della nostra realtà e comporta, con i loro ingredienti mondani, un messaggio subliminale molto importante e significativo. Un messaggio che noi non sappiamo ancora, decodificare.






JOSE ANTONIO CARAV@CA


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