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Sherlock Holmes; 
 "Il mondo è pieno di cose ovvie 
che nessuno nota se non per caso"... 
Carl Jung;
Tutto nella creazione è essenzialmente soggettivo
Il sogno è un teatro in cui il sognatore è sia
palcoscenico, attore, regista, autore, pubblico e critica.
Carl Jung;
Tutto nella creazione è essenzialmente soggettivo
Il sogno è un teatro in cui il sognatore è sia
palcoscenico, attore, regista, autore, pubblico e critica.
Le visioni di oggetti sconosciuti nei nostri cieli e gli incontri con esseri soprannaturali hanno accompagnato l'uomo fin dagli albori della storia. 
Queste prodigiose manifestazioni hanno ricevuto numerosi nomi nel corso dei secoli, suscitando ogni tipo di paure, credenze e ipotesi.Più recentemente, nel tempo questi fenomeni hanno accaparrato l'attenzione mondiale, in una forma mai vista prima, quando dalla fine degli anni Quaranta del XX secolo, cominciarono a manifestarsi come dischi volanti [platillos voladores] e "omettini verdi"[hombrecillos verdes].
Libri, riviste, documentari, film, ecc. si sono occupati di illustrare, fino alla nausea, l'evoluzione di una singolare manifestazione che ha mantenuto un fascino impenetrabile... Nonostante l'intenso lavoro di analisi svolto negli ultimi 67 anni di analisi gli OVNIs/ UFO rimangono un arcano difficilmente classificabile...
…Anche se l'ipotesi extraterrestre (IET) è stata delineata da quasi l'inizio dell'era moderna dei dischi volanti (1947) come la risposta più logica a questo appassionante fenomeno, lo studio dettagliato ed esaustivo dell’amplissima casistica ufologica sembra indicare l'esistenza di un paradigma molto più profondo e complesso sepolto nelle informazioni di incontri ravvicinati con gli UFO/OVNIs.
Di fatto, molti degli aspetti più sconcertanti e bizzarri che questi manifestazioni hanno provocato, sono che la maggior parte degli ufologi non sono sostenitori della IET anche se il pubblico crede che sia l'unica ipotesi che intrighi gli studiosi.
Infatti nel lontano 1969 l’insigne ricercatore Jacques Vallée rivoluzionò il panorama ufologico internazionale con il suo straordinario libro "Passaporto per Magonia" (inedito in Italia del 1969) dove indicò chiaramente le carenze e le incongruenze del IET.In questo lavoro, Vallée gettò le basi per una migliore comprensione dei non identificati, nel relazionarli con le apparizioni di elfi, fate, folletti, ecc. nei secoli passati.
Le evidenti analogie tra gli anelli delle fate e i dischi volanti, i rapimenti fatti dagli elfi e le adduzioni, ecc. sollevando così le ire di coloro che difendevano
Ulteriormente descrisse come il fenomeno OVNI/UFO adattava le sue manifestazioni (adeguando il suo aspetto esterno) al tempo in cui viveva l'essere umano, presentando consonanze con i tempi che correvano: apparizioni di angeli, dei, mostri, demoni, gnomi nell’antichità o più modernamente la celebre ondata di strani apparati (le Air-Ship o navi volanti) della fine del XIX secolo in Usa, in cui i presunti "extraterrestri" di oggi, si presentano come scienziati pionieristici i quali sperimentano nuovi dispositivi aerei fino allora sconosciuti.
Egli definì questo fenomeno come un sistema di controllo che in qualche maniera "controllava" o "manipolava" l'umanità attraverso le sue apparizioni nel corso della storia.
Nelle pagine di "Passaporto per Magonia" Vallée vincolava gli OVNIs/UFO e i loro equipaggi ad altri fenomeni che erano precedentemente passati inosservati da molti ricercatori: "Il meccanismo delle apparizioni, dai tempi leggendari e storici fino a quelli moderni è sempre il medesimo e segue lo stesso modello dei miracoli religiosi.Diversi casi, recanti l'approvazione ufficiale della Chiesa cattolica (Fátima, Guadalupe, ecc.) non sono in realtà – se si applicano le definizioni rigorosamente – altro che fenomeni OVNIs/UFO in cui chi viene coinvolto ha anche un messaggio che si riferisce alle credenze religiose e non certo ai fertilizzanti, o a problemi di ingegneria, come in altri casi".
Nel suo libro "Cronache di altri mondi" (inedito in Italia - 1988) ampliava le informazioni scrivendo: "I fenomeni che chiamiamo oggetti volanti non identificati non sono, strettamente parlando, né oggetti né volanti. Possono smaterializzarsi (...) Gli OVNIs/UFO sono stati visti durante tutta la storia e hanno sempre ricevuto una spiegazione secondo ogni cultura (...) Il contatto tra i testimoni umani e il fenomeno OVNI avviene sempre in condizioni controllate da quest'ultima.
La sua caratteristica è un fattore di assurdità che conduce agli strati superiori della società in questione nel respingere la storia.
I simboli trasmessi dall'incontro vengono assorbiti a un livello profondo."
Tale era la profondità delle sue dissertazioni, che anche il dottor Joseph Allen Hynek – considerato fino alla sua morte nel 1986 la massima autorità mondiale sugli OVNIs/UFO e padre della "ufologia scientifica" – dubitava della realtà extraterrestre, infatti in alcune dichiarazioni eloquenti fatte nel 1976 per la rivista "Report UFO" disse: "Devo dire che la teoria extraterrestre è ingenua... dobbiamo considerare i vari fattori che indicano con molta chiarezza un vincolo o almeno un parallelo con episodi di natura paranormale".
Il dottore in filosofia Michael Grosso, nel libro " L’immaginario del contatto UFO" (inedito in Italia - 1990), a cura di Dennis Stillings, includeva un interessante articolo intitolato " Gli OVNIS/UFO e il mito della Nuova Era", dove rifletteva in questo modo: " Dovremmo cercare i punti di collegamento tra OVNIS/UFO e altri fenomeni anomali eventualmente connessi con loro. "Piedoni [i Big-Foot], le visioni della Vergine, esperienze di premorte," channeling [o canalizzazione], e varie altre cose. Le suggestive investigazioni di Grosso lo portarono a formulare che il "fenomeno OVNIS/UFO e altri fenomeni straordinari sono manifestazioni di un disturbo nell'inconscio collettivo del genere umano." 
"Secondo me – scrive Grosso – il fenomeno degli OVNIs [o UFO come chiamati in Italia] indica l'esistenza di un qualche tipo di intelligenza che agisce sopra il genere umano. L'azione è sia mentale che fisica. La fonte che segue è sconosciuta. (...) Non nego che alcuni rapporti sugli OVNIs/UFO suggerisce che l'intelligenza è extraterrestre. Ma quando studiamo il tema riscontriamo inoltre che molti dei fenomeni appartengono al regno psichico e al regno mitico. (...) Se gli OVNIs o UFO sono proiezioni psichiche, è inevitabilmente che hanno una consistenza collettiva. (...) sia gli OVNIs/UFO – continua Grosso – sia l’entità sintonizzate con l'aldilà, e gli angeli custodi, sarebbe parte di un sistema di realtà che noi stessi stiamo creando. Ma con quale fine? potrebbe essere quello di metterci in guardia, per insegnarci a risvegliare il nostro potenziale, per ricordarci che siamo i creatori della realtà, nel mutare le nostre menti e corpi, per accelerare la nostra evoluzione."
E anche se, come si vede, gli approcci di Vallée furono accettati ed sviluppati da molti ricercatori e studiosi, aprendo la gamma delle ipotesi, negli ultimi tempi, in coincidenza con un calo generale nella casistica mondiale, non hanno prodotto notevoli progressi in comprensione del fenomeno OVNI/UFO. Finora ...
UN FENOMENO PIENO DI DOMANDE
Le questioni sollevate in merito agli Incontri ravvicinati con gli OVNIs/UFO sono innumerevoli.
Far apparire come un fenomeno omogeneo, coerente e misurabile, le esperienze di vicinanza con gli equipaggi dei non identificati ci portano verso un universo effimero ed etereo in cui i confini della nostra realtà sembrano svanire del tutto, indicando, tra le altre cose, che ci troviamo di fronte a un paradigma molto più complesso che la possibilità, semplicistica, sollevata dall'ipotesi extraterrestre.
Inoltre, lo studio approfondito degli incontri ravvicinati, che per inciso sono quelli che più dati possono fornire circa la vera natura di dischi volanti, mostra la presenza di un fattore mentale, dove la psiche dell'osservatore sembra giocare un ruolo di primo piano nell'azione in fase di sviluppo e di attuazione davanti ai loro occhi.
In effetti, uno delle più grandi stranezze che presenta l'analisi dell'enorme casistica OVNI/UFO raccolta negli ultimi decenni, la incontriamo rappresentata nella variopinta e quasi infinita tipologia di umanoidi osservati nelle vicinanze dei platillos volantes [i dischi volanti].
A nessuno sfugge come risulti statisticamente improbabile e sensibilmente incomprensibile, riflettendo sulle relazioni, che siamo visitati da un’ampia amalgama di esseri extraterrestri, in cui qualunque caratteristica fisica che il lettore possa immaginare venga "osservato" nella fisionomia di un pilota di un non identificato.
Da equipaggi di bassa statura, fino a giganti ciclopici, passando per umanoidi coperti di capelli e altri privi di qualsiasi traccia di peli, agli esseri d’aspetto angelico o demoniache, di fattezze umane o mostruose, con o senza occhi, con o senza arti, e, quindi, all'infinito, come una collezione pazzesca di storie di fantascienza.E per ultimo ma non meno importante, un po’ lo stesso si verifica con le loro navi. Esistono tanti tipi di dischi che gli scettici argomentano, non senza ragione, che potrebbero difficilmente volare, vi è un alieno e una navicella spaziale per ogni possibile testimone.
Al contrario, in quasi tutti i casi, gli  umanoidi mostrano un comportamento molto simile.
Come se davvero l’unica cosa che varia o si modifica nelle esperienze in vicinanza con gli OVNIs/UFO, siano gli elementi "superflui", gli elementi esterni che lo compongono, vale a dire, l'aspetto dell'equipaggio e il suo artefatto volante, e mai, lo schema interno del fenomeno.Pertanto, avvertiamo la presenza di un importante componente psicologico nella gestazione di queste esperienze... una distorsione della realtà... un enigma che si avvia ad essere compreso...
La maggioranza degli elementi che compone l’”estetica” dell’esperienza, la fisionomia dell'equipaggio, l’aspetto del disco volante, le azioni degli occupanti, ecc., li troviamo, abbozzati, nella psiche dei testimoni: un militare vede umanoidi armati come soldati, un amante di Egittologia vede un OVNI/UFO in forma di piramide, un ingegnere riceve spiegazioni tecniche del funzionamento del disco volante, ecc.
Quello che succede è che questi ingredienti inconsci vengono visualizzati agli occhi dell'osservatore in una forma distorta (che dà il nome alla teoria) con la conseguenza che non sono riconosciuti come propri.
Queste singolarità sono condivisi dai testimoni pur non avendo alcun tipo di relazione o comunicazione tra di loro.
Curiosamente in molte occasioni gli equipaggi degli OVNIs/UFO sono descritti con "oggetti" (bastoni, pistole, palline, ecc) nelle loro mani che lanciano raggi luminosi agli ignari osservatori, o, in alternativa, è la loro "nave spaziale” che emette dei fasci di luce i quali tendono a immobilizzare o infastidire i testimoni perché non si avvicinino alla scena che stanno osservando. Oltre a questa caratteristica onnipresente in quasi tutti gli incontri ravvicinati, vi sono altri fattori che segnalano la presenza di elementi comuni condivisi in maniera inspiegabile.
  
ALTRE CHIAVI DELLA TEORIA DELLA DISTORSIONE
  
TRE CASI SOTTO LA LUCE  DELLA  TEORIA DELA DISTORSIONE
  
1.- Un esercito alieno sbarca da un “autobus spaziale”…
Una notte a metà settembre del 1971, Juan Rodríguez Domínguez di 80 anni d’età, vigilava sopra una tenuta di meloni di proprietà di un luogotenente generale di fanteria [teniente general de infantería], denominata "Los Lunarejos" [i lunarejos sono letteralmente delle persona o degli animali con molti nei in faccia o sul corpo] a Aznalcóllar (Sevilla). Verso le dieci di sera, Juan, arrivò in paese molto nervoso e spaventato e narrando una strana storia. Disse ai suoi vicini di casa che "qualcosa" di molto grande, come un autobus luminoso, era atterrato sul campo e aveva visto discendervi dei misteriosi umanoidi. I ricercatori J. J. Benitez, Ignacio Darnaude, Manuel Osuna e F. Laffite poterono poi incontrare il testimone. Come Juan Benitez ha descritto nel suo classico “100.000 kilómetros tras los OVNIs” [del 1978, naturalmente purtroppo inedito in Italia], Juan Rodríguez osservò solo il preciso momento dell’atterraggio; "Quello si "posò", a 200 metri, non tanto lontano da un servidor [sicuramente uno snodo per la conduttura dell’acqua] (...) Davanti al quale ho visto uscire dal quel “viajero” (come è chiamato il bus in paese. In Italia sarebbe la corriera) in fila, come nelle scuole o nei collegi, tra 50 e 60 omettini".
 
Il meccanismo che si pone in funzione per la creazione e lo sviluppo degli incontri ravvicinati è simile al processo che sperimentiamo quando sogniamo (che noi chiamiamo Creatività Onirica).
Anche se incontriamo molti modelli che potrebbero suggerire che ci troviamo di fronte a un fenomeno di origine psicologica, scopriamo anche altri fattori che indicano definitivamente l'esistenza di un fenomeno molto più complesso e sconosciuto per l'uomo.Queste singolarità sono condivisi dai testimoni pur non avendo alcun tipo di relazione o comunicazione tra di loro.
Curiosamente in molte occasioni gli equipaggi degli OVNIs/UFO sono descritti con "oggetti" (bastoni, pistole, palline, ecc) nelle loro mani che lanciano raggi luminosi agli ignari osservatori, o, in alternativa, è la loro "nave spaziale” che emette dei fasci di luce i quali tendono a immobilizzare o infastidire i testimoni perché non si avvicinino alla scena che stanno osservando. Oltre a questa caratteristica onnipresente in quasi tutti gli incontri ravvicinati, vi sono altri fattori che segnalano la presenza di elementi comuni condivisi in maniera inspiegabile.
La maggior parte delle storie degli incontri ravvicinati mostrano argomenti facilmente assimilabili per qualsiasi tipo di osservatore (chiamati Archetipi Basici Riconoscibili): in innumerevoli incidenti, i supposti alieni sono impegnati nel prendere campioni del suolo, oppure a riparare il loro disco volante, o per stabilire un comunicazione di poca importanza (chiedere dell’acqua, domandare dove si trovano, ecc. ).
Questi risultati e la chiave di cui sopra costituisce il nucleo della teoria della distorsione, che potremmo riassumere nell'esistenza di un ignoto "agente straniero" che interagisce con la mente del testimone per la costruzione delle esperienze OVNIs/UFO in un "Creazione Mentale Compartita". La psiche umana, in sintonia con questo ignoto operatore, apporta in forma inconscia, i dettagli e gli elementi inerenti e privati che fanno le esperienze del testimone, uniche e intrasferibili.
Pertanto, gli incontri ravvicinati sono solo il frutto e il risultato di uno sviluppo o di una messa in scena di uno stesso schema ripetitivo (guasti, esplorazione, ricognizione, raggi di luce, ecc) "adattato" e "modellato", con la preparazione dei testimoni
L’esempio più chiaro per capire il funzionamento della teoria della distorsione sarebbe quella di un insegnante (nel ruolo di "agente esterno") che chiede ai suoi studenti (che sarebbero i nostri potenziali testimoni) di elaborare una narrazione o un racconto che contiene i seguenti elementi: un bosco, dei folletti e un tesoro.
Anche se tutti partono dalla stessa base creativa, lo sviluppo sarebbe diverso da uno studente all'altro dipendendo dalla fantasia e della cultura degli stessi (televisione, cinema letteratura, fumetti, ecc.). Alcuni raccontano una favola di un esercito di elfi coraggiosi e robusti e altri, al contrario, scriverebbero solo sopra un solitario, timido, piccolo follettino. E così anche i nostri incontri ravvicinati, offrendo infinite varianti di un modello che cambia nel corso degli anni. Quindi non è il fenomeno che si adatta alla società alla quale si manifesta, se non è che la propria ricchezza intellettuale dei testimoni che fanno avanzare il paradigma osservato.
Nonostante tutto questo, non stiamo insinuando che gli incontri con gli OVNIs/UFO e dei loro equipaggi si limitati all'universo immaginario. Piuttosto il contrario. La teoria della distorsione afferma che l’"agente esterno" è in grado di "confezionare" a volte "materia effimera", per dare corposità ad alcuni avvistamenti e rafforzare così la convinzione che si tratta di fenomeni "reali" e "fisici" alieni al testimone. Anche se le prove lasciate dai nostri visitatori sono di una tale sottigliezza (ustioni, buchi, macchie, tracce, ecc.), che queste apparizioni rimangono molto difficili da credere alla maggior parte della popolazione.
Ma possiamo andare oltre. Se dissezioniamo il tipo di sentieri e piste che spesso lasciano i visitatori dello spazio, questi coincidono perfettamente con il tipo di prova che chiunque potrebbe supporre a priori, come ordinarie bruciature provocate da delle perdite, di macchia di olio o di radioattività. È  anche importante notare che gli incontri ravvicinati possono essere osservate da più di una persona e come l’"agente esterno" ricrei la scena fondamentalmente in due modi; 1. Utilizzando una "proiezione olografica" (priva di materia). Questo spiegherebbe innumerevoli episodi in cui gli sbarchi di OVNIs/UFO non lasciano traccia dopo il loro passaggio, anche se dalle caratteristiche del terreno dovrebbe essere così o quando, per esempio, questi oggetti o i loro equipaggi passano attraverso gli ostacoli senza difficoltà, come apparizioni spettrali. 2. Utilizzando una scena dotata di materia, dove gli umanoidi, la nave e gli oggetti osservati sono apparentemente fisici e tangibili (Materia Effimera).
Ma oltre l'esistenza temporale, delimitata nel tempo e nello spazio del fenomeno ricreato per l’occasione, nulla di  ciò che è percepito, sentito, o toccato durante la dimostrazione ha una permanenza reale, fisica e continuata nel nostro universo tridimensionale.
ALTRE CHIAVI DELLA TEORIA DELLA DISTORSIONE
La teoria della Distorsione chiarisce uno dei tratti distintivi per eccellenza del fenomeno OVNI/UFO e fino ad oggi considerato un enigma insondabile; il fattore Assurdo presente in quasi la maggior parte degli eventi ufologici (comportamento assurdo dei visitatori, elementi mondani incorporati nei dischi volanti, componenti e tratti deliranti sia nell’aspetto degli OVNIs/UFO e la fisionomia dei loro equipaggi, ecc.). La teoria della Distorsione suggerisce che questi elementi incoerenti integrati nell'esperienza, mancano totalmente di un significato speciale o trascendentale come alcuni ricercatori sostengono, al di là del valore creativo/artistico fornito dal testimone stesso durante la creazione mentale condivisa, aggregata e controllata dall'agente esterno.
Conseguentemente questi elementi incoerenti integrati addentro delle esperienze ravvicinate con OVNIs/UFO e i loro occupanti, e che per alcuni ufologi è un "sigillo" di autenticità per questo tipo di eventi, sono esclusivamente il risultato di un processo simile a quello dei sogni, dove le immagini e le sensazioni sono intrecciate e presentate di forma iconografica indipendentemente che siano logiche e coerenti, dal momento che il loro ruolo è limitato ad esprimere un linguaggio onirico da parte dell'inconscio umano.
Dobbiamo anche prendere in considerazione, secondo le premesse della Teoria della Distorsione, che gli Incontri ravvicinati partono da una origine mentale dove la psiche del testimone è oggetto di un processo simile agli stati alterati di coscienza, e quindi la percezione del tempo può subire alterazioni significative, come descritto e studiato in numerosi avvistamenti. Anche questa nuova visione del fenomeno OVNI/UFO fa luce su uno degli aspetti più sconcertanti che hanno intrigato i ricercatori di mezzo mondo; il perché le apparizioni dei dischi volanti e dei loro equipaggi erano stati previsti, in modo sorprendente, da parte delle varie opere di fantascienza (letteratura, cinema, fumetti, televisione, ecc.). Evidentemente tutto questo materiale faceva già parte dei contenuti inconsci dei testimoni prima che avvenisse il loro incontro.
Una notte a metà settembre del 1971, Juan Rodríguez Domínguez di 80 anni d’età, vigilava sopra una tenuta di meloni di proprietà di un luogotenente generale di fanteria [teniente general de infantería], denominata "Los Lunarejos" [i lunarejos sono letteralmente delle persona o degli animali con molti nei in faccia o sul corpo] a Aznalcóllar (Sevilla). Verso le dieci di sera, Juan, arrivò in paese molto nervoso e spaventato e narrando una strana storia. Disse ai suoi vicini di casa che "qualcosa" di molto grande, come un autobus luminoso, era atterrato sul campo e aveva visto discendervi dei misteriosi umanoidi. I ricercatori J. J. Benitez, Ignacio Darnaude, Manuel Osuna e F. Laffite poterono poi incontrare il testimone. Come Juan Benitez ha descritto nel suo classico “100.000 kilómetros tras los OVNIs” [del 1978, naturalmente purtroppo inedito in Italia], Juan Rodríguez osservò solo il preciso momento dell’atterraggio; "Quello si "posò", a 200 metri, non tanto lontano da un servidor [sicuramente uno snodo per la conduttura dell’acqua] (...) Davanti al quale ho visto uscire dal quel “viajero” (come è chiamato il bus in paese. In Italia sarebbe la corriera) in fila, come nelle scuole o nei collegi, tra 50 e 60 omettini".
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Il          testimone osservò          stupefatto allo sbarco di un esercito completo di umanoidi... | 
Gli umanoidi           erano di piccola statura ed erano            uniformarti in uno stretto abito           blu in un unico            pezzo. Avevano delle "visiere" o "qualcosa"           che ricopriva i            loro volti. Si muovevano in formazione perfetta,           in due file,           senza            parlare e "sfilavano"          come un piccolo esercito. Tutti andavano           in direzione di un            pozzo artesiano           che era nelle            vicinanze. Il testimone notò che 5           o 6 umanoidi           restarono            nelle vicinanze dell’artefatto come vigilando la zona.           "Non saranno passati nemmeno due           minuti, quando da quei            piccoli uomini venne fuori una            luce, da qualcosa tipo una torcia           e iniziarono ad illuminarmi". Juan           sentì fitte           agli            occhi, "Mi facevano          male. “Poi mi voltai           e corsi alla capanna.           Ma ogni volta che            cercavo di tirar fuori la            testa, tornava la luce ad            infastidirmi." Anche se Juan era            armato           con un fucile da            caccia, non pensò mai di            utilizzarlo scoraggiato           dal gran numero           di            umanoidi nella zona. In quegli attimi,           credeva che            gli esseri gli inviassero un           “ordine telepatico" di non uscire dal            suo rifugio.          Quando lo fece, fuggì terrorizzato in paese. Durante la corsa          ebbe modo di vedere, quando girava la testa,           che gli           umanoidi lo           inseguivano           e continuavano a perseguitarlo con quella           strana luce. In un primo momento, Juan pensò anche            che il suo avvistamento poteva           essere un tentativo per rovesciare il           regime del            generale Francisco Franco. Nel            luogo apparivano molte piccole           orme            di passi. In questo episodio           abbiamo trovato diversi indizi che possono            aiutare a tracciare gli effetti            tangibili del fenomeno della            distorsione. Da una parte l'ovvio            sfondo "militare" integrato           nell'esperienza sembra            avere delle           origini chiare.           Non            sorprende, che il testimone           Juan           Rodríguez lavorava            per un alto ufficiale militare           e durante la sua            intervista con gli            investigatori face costanti            riferimenti di estrazione militare,           compreso quello che in un primo momento           credete            fosse un'operazione militare           segreta            per un colpo di stato in Spagna.
Da lì ecco che gli umanoidi          che si comportavano e vestivano come soldati           (Distorsione). Sul           materiale psichico per            l’elaborazione del "veicolo          spaziale"           da cui uscirono più            di 50 "soldati", lo troviamo perfettamente           riflesso nella            testimonianza di Juan quando descrive la            somiglianza del presunto OVNI/UFO di           un semplice autobus          che vedeva          spesso in paese; "Sì, quello era          come il"viajero",           – [la corriera] disse            incaponito           il vecchio guardiano (...) Quale forma           aveva questo “viajero”?         Allungata come            un autobus." (Distorsione).
Deve darci un sospetto per il nostro studio che l'oggetto aveva due porte come un autobus e che gli umanoidi vi scendevano; "allineati come all’uscita da scuola" (Distorsione), nelle parole del guardiano. Qui è chiaro che l’“agente esterno”, " quando si sintonizza con la mente del testimone, ottiene i dettagli dell’autobus e le informazioni di carattere generale su militari, ed è proprio la "creatività onirica" del testimone, che prima dell’imminente sbarco di un oggetto in modo allungata, comincia a "elaborare", in forma incosciente, la costruzione mentale della sua esperienza. Così l’apporto principale del guardiano è che l’artefatto volante è occupato da un esercito di strani umanoidi, i quali scendono per di più in perfetta formazione militare per effettuare dei lavori di ispezione (ABR). E per concludere l'esperienza, l’“agente esterno” include l’onnipresente "dettaglio" dell’“arma luminosa” dissuasoria (ABR)... che, come illustrato di seguito, non è di proprietà esclusiva di questo particolare battaglione intergalattico...
2.- Sommozzatori e raggi paralizzanti…
16 anni prima            in Francia. Il 15 maggio 1955, in           Dinan, Cotes           d'Armor (Francia).           All’incirca a            mezzanotte e un quarto, il signor           Droguet, stava tornando a          casa, situata in           una            università in cui era impiegato,           dopo esser stato al cinema. Quando aprì           la porta del patio, sentì qualcosa di            strano. Poi un raggio di luce            blu verdastro lo colpì in faccia.           Le sue ginocchia            cedettero e i capelli gli si            rizzarono in testa. In quei            momenti sentì una vibrazione. Nel            cortile dell'università, il            testimone osservò un enorme           artefatto di           circa            12 metri di diametro, a forma di            disco con cupola, che fluttuava           a           un metro e mezzo            dal suolo. Vicino all'oggetto,           il signor Droguet,           vide due esseri,           di un metro e sessanta centimetri d’altezza            che indossando "qualcosa di simile          a una muta", grigia            metallizzata,           molto simile a quella dell’omino          della Michelin. Non sembrava che gli            esseri avessero           notato la presenza           del testimone. Avevano           un            casco molto spesso, guanti           e sulla pancia una            piccola scatola           nera da cui            uscivano più cavi. Uno degli umanoidi           sembrava raccogliesse          le "pietre" di           ghiaia            sul cammino, mentre il suo            compagno stava ispezionando           i dintorni, e "si          avvicinò a una finestra e           guardò il locale            caldaia.". Il testimone era molto           spaventato, e           scoprì            che non riusciva a muoversi.           Era           completamente paralizzato. Anche se non sapeva            se per l’impressione,           o per l'azione della            luce che il misterioso artefatto proiettava.           Il signor Droguet           disse poi che pensava di aver visto, all'interno            dell'oggetto, un terzo membro dell'equipaggio che            maneggiava il             “proiettore di luce” mentre vigilava. E poi i due           umanoidi, che si            muovevano con difficoltà (come          se gli pesassero i piedi) entrarono            nell’artefatto da un buco nero centrale nella            parte inferiore, dove era una scala metallica. Poteva           sentire i passi           di            metallo degli esseri quando si            muovevano. Subito dopo sentì come           "una aspirazione           d'aria" e l’artefatto           salì verticalmente            sopra gli alberi della zona           ruotando su se stesso. In completo silenzio,           le luci            si abbassarono e non vide più            l'oggetto. In quel momento            riguadagnò la mobilità e fuggì a casa sua.           L'esperienza           durò circa 15            minuti, anche se per il          testimone sembrò esser            trascorso più tempo. Il ricercatore            francese Henri Durrant affermò           con precisione nella            rivista "Lumières Dans la Nuit",           circa l'assurda raccolta          di sassi          sulla strada sterrata che: "gli          alieni hanno poco di            buon senso, almeno, a meno          che non stavano realmente            facendo studi di geologia, ma un ricerca su          l’urbanistica umana".
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Gli          umanoidi osservati in          Francia sembravano il famoso "omino della Michelín"... | 
Questo evento prova come siano latenti alcuni dei componenti che osserviamo nell’avvistamento del guardiano sivigliano. Abbiamo un presunto sbarco di due supposti extraterrestri per ispezionare il terreno, e di un terzo sulla nave a "vigilare". Inoltre, il "vigilante" utilizza un mezzo per "intimidire" il testimone che abbiamo registrato innumerevoli volte, uno strumento luminoso paralizzante. In entrambi i casi analizzati crediamo che l’”agente esterno” abbia impiegato ancora dei componenti comuni; atterraggio OVNI [o UFO come viene chiamato in Italia], ispezione del terreno (ABR) e luci paralizzanti (ABR), il testimone utilizza e sviluppa una propria "Creatività Onirica" rilasciando una patina di esclusività nel contesto di una "storia" creata per ogni occasione. Per esempio Juan Rodríguez imprime al suo incontro il "contenuto" militare, incorporandoci un "battaglione" di piccoli umanoidi di riconoscimento e un aspetto di autobus alla navicella spaziale. E da parte sua, il signor Droguet osserva che gli umanoidi assomigliano al famoso Bibendum (Distorsione), la società francese di pneumatici Michelin (aspetto fisico molto presente nell'inconscio di ogni francese). E comunque, l'ingranaggio di entrambe le esperienze si basano su un soggetto comune come; atterraggio, ispezione del terreno (pozzo o ghiaia del terreno) e l'utilizzo di raggi luminosi.
3.- Incontro sconcertante in Brasil
Il            2 ottobre           1968 nella città            di Lins in Brasile, Toribio           Pereira di 41 anni          d’età, stava lavorando con il suo trattore, quando            verso le sei della mattina,           mentre controllava            il livello            dell'olio del veicolo, con           sorpresa           osservò uno strano           artefatto che fluttuava           a circa 30           centimetri           dal terreno. Toribio           Pereira da una            posizione più elevata e a circa 8 metri di            distanza, vedeva benissimo che era          di forma ovale, di colore dorato, e, nella cui parte superiore vi era una cupola            trasparente. All'interno del           disco vi            erano 4 sedie e un pannello           di strumenti           diversi            da tutto quello che aveva visto           in vita sua. L'oggetto           potrebbe misurare           all’incirca           5 metri di            lunghezza ed era alto 3 metri.           Pereira era           molto spaventato e           nervoso alla           presenza            di quella strana apparizione.
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L’oggetto          osservato da          Toribio Pereira era di color dorato con una gran cupola          cristallina nella parte          superiore. | 
A quel punto, il testimone scoprì che vi erano 4 esseri, alti un metro e sessanta centimetri, di apparenza umana intorno al brillante artefatto. Gli umanoidi erano quasi identici tra loro, molto belli e con un volto che ricordava, con le loro espressioni facciali, dei bambini. Essi indossavano una tunica blu che gli copriva la testa e il corpo, e nella parte inferiore avevano una "sorta di gonna rossa". La cosa più strana è che ai piedi indossavano sandali marroni con spalline arrotolate vicino al ginocchio. Uno degli umanoidi era all'interno dell'oggetto e aveva in mano un oggetto simile a un "trapano elettrico" che Pereira pensò fosse una sorta di arma. Gli altri esseri stavano esaminando i dintorni intorno al velivolo. Uno di loro, utilizzando una "pala d'argento" stava scavando nel terreno, mentre gli altri individui si avvicinarono a Toribio ed esaminarono il motore del suo trattore. L'equipaggio che era all'interno dell'oggetto e che vigilava il testimone, digitava qualcosa su un pannello orizzontale simile a un pianoforte. In quel momento questo umanoide fissò il testimone e gli "sparó" con la sua pistola una sfera luminosa che lo ha colpì allo stomaco. Il testimone sentì un forte, straziante dolore all’addome che lo paralizzò completamente, anche se poteva continuare a guardare e ad ascoltare. A poco a poco, gli esseri ritornarono all’artefatto e presero posto sulle sedie. L'oggetto elevò lentamente e scomparve repentinamente ad alta velocità in pochi secondi, senza produrre alcun suono.
Poi il dolore all’addome cominciò a placarsi, e il testimone a fatica, scese del trattore ed andò in cerca d’aiuto. Lungo la strada incontrò un amico, Ismael un camionista del posto che lo portò in paese. Toribio Pereira era molto debole stanco, i suoi occhi stanchi avevano grandi occhiaie ed era completamente pallido. A causa del suo stato di nervi fu visitato dal Dottor. Antonio Geris, che non riscontrò nulla di anormale nell’inconsueto paziente. Dopo il recupero delle forze Toribio riuscì a tornare a casa, dove ebbe molti crisi di pianto. Successivamente il testimone fu prelevato dai militari brasiliani e trasferito ad una indeterminata base militare dove rimase per tre giorni, curato e interrogato più volte su quanto gli era accaduto. I ricercatori brasiliani ritengono che, forse, i militari dovevano appartenere alla IV COMAR - Comando Aéreo Regional IV, di St. Paul, che a quel tempo disponeva un gruppo di ricerca ufologica, il SIOANI - Investigación del Sistema Aéreo de Objetos No Identificados [Indagini dell’aviazione militare sugli oggetti non identificati], sotto il comando del Brigadier Mayor Joseph Vaz da Silva. Nella settimana successiva al suo incontro, Toribio Pereira perdete quasi 7 chili di peso. Anche se l'aspetto degli umanoidi protagonisti di questo incontro ravvicinato, è radicalmente diverso dai due precedenti episodi, tuttavia mostreremo con stupore come il filo conduttore principale della trama, presenta ancora gli stessi "ingredienti" di cui sopra; atterraggio, analisi del terreno (ABR) e l'uso di "raggi paralizzanti" (ABR). Senza dubbio, gli assurdi abiti dell'equipaggio, tra cui i "sandali romani" obbedisce ad un apporto personalissimo "aggiunto" dalla psiche del testimone (Creatività Onirica). La composizione di tale abbigliamento (tunica, gonna e sandali) è relativamente comune (Distorsione) nei costumi del popolare Carnevale del Brasile. Non ci può essere un dettaglio più doloroso e ridicolo in un presunto incontro con esseri extraterrestri, in cui gli occupanti della nave spaziale vadano in giro con calzature così irragionevoli e niente affatto futuristiche.
Questo dettaglio particolarmente assurdo che sarebbe elevato al rango di un enigma impenetrabile da parte di alcuni ricercatori, non e più che un mero aspetto circostanziale dell'esperienza, risultato dall'interazione della mente umana nella formazione degli elementi (Distorsione): utensili, abbigliamento, calzature, ecc. dell'incontro ravvicinato. Inoltre, il dettaglio della pala per rimuovere la terra, così come lo studio dei dintorni, è un chiaro esempio di ABR, che illustra perfettamente al trattorista brasiliano le intenzioni dei suoi visitatori misteriosi. Oltre alla presenza della figura di un "vigilante armato" offre un interessante pista della presenza e l'interazione di un “agente esterno” in avvistamenti, che ripetere determinati schemi e comportamenti nelle sue "proiezioni tridimensionali" a modo di sottili abbozzi di “testi” da completare per il testimone...
LA MAPPA STELLARE DI BETTY HILL
Durante una delle regressioni ipnotiche alla quale fu sottoposta la presunta sequestrata da extraterrestri, Betty Hill, dal dottor Benjamin Simpson, la testimone riferì sopra uno dei punti più pubblicizzati e controversi della sua presunta esperienza. A quanto pare, quando Betty chiese ai suoi rapitori il loro luogo di origine, il presunto "capo" dei visitatori gli mostrò una mappa: "E andò dall'altra parte della stanza, al tavolo, e fece una cosa: aprì qualcosa che non era un cassetto (...) e la parete metallica si schiuse e venne fuori una mappa e mi chiese se avessi mai visto una mappa come quella. E Attraverso la stanza mi inclinai sul tavolo. E la guardai. Era una mappa, una mappa oblunga. Non quadrata. Era molto più ampia che lunga. E c'erano molti punti su di esso. Erano sparse su tutta la superficie. Alcuni erano piccoli come punture di spillo. E gli altri avevano le dimensioni di una monetina. E c'erano linee, c'erano linee in alcuni dei punti. erano linee curve che collegano un punto all'altro. E c'era un grande circolo e molte linee provenienti da lì. Molte linee stavano andavano a un altro circolo situato molto vicino, ma non così grande. E queste linee erano spesse. E ho chiesto che significato avessero e lui mi disse che le linee spesse erano rotte commerciali e quindi le altre linee erano rotte verso luoghi in cui andavano di quando in quando. E mi disse anche che le linee tratteggiate erano rotte di spedizioni". Betty di nuovo chiese il suo luogo di origine e di nuovo l’alieno evitò la risposta sostenendo che non avrebbe capito la mappa. Sotto ipnosi, Betty Hill fu in grado di disegnare la mappa stellare che aveva visto all'interno del OVNI [o UFO come viene chiamato in Italia]. Da quel momento, gli sforzi da parte dei sostenitori dell'ipotesi extraterrestre fu concentrata sul tentativo di identificare e portare su una mappa astronomica le presunte "stelle" della mappa aliena, per cercare di dimostrare la realtà di questo tipo di esperienze. Anche se sono stati fatti molti tentativi per cercare di "decodificare" i contenuti del famosa mappa stellare, né i ricercatori né i gruppi ufologici hanno potuto trovare alcun parallelo con le stelle e le costellazioni che conosciamo sulla Terra.
Fu una professoressa dell’Ohio, Marjorie Fish che ebbe l'idea di appendere al soffitto i "punti" della mappa per cercare di vederla da un'altra prospettiva, ovvero come avrebbero ipoteticamente fatto gli extraterrestri che li avevano tracciati dal loro luogo di origine, e non dal nostro pianeta. Con un approccio più che logico, la professoressa ci mise molto tempo dal – 1966 al ’72 – per trovare un modello di stelle che somigliasse ai punti scarabocchiati da Betty durante le sessioni di ipnosi. Ma alla fine ci riuscì. Era sicura che la mappa corrispondesse alla Costellazione di Zeta Reticuli, una piccola costellazione visibile solo dall'emisfero meridionale. Riuscì a distinguere anche due stelle Zeta 1 e Zeta 2 situate a 37 anni luce dal nostro pianeta. La professoressa era convinta che nel 1964 – La data in cui si riuscì attraverso la regressione ad avere la mappa – nessuno poteva avere questa conoscenza astronomica, quindi la fonte di questa informazione doveva essere l'equipaggio di una nave extraterrestre, come appunto sostenevano i coniugi Hill. Talmente sconvolgente fu la pubblicazione della scoperta a suo tempo (1975), che il fisico nucleare e ufologo Stanton Friedman richiese, con gran fede, per la professoressa il "premio" di 50.000 dollari che la rivista The National Enquirer prometteva a chiunque potesse fornire una solida prova riguardo la realtà degli OVNIs/UFO.
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Marjorie Fish l’astronoma            dilettante che credete di risolvere l'enigma della           mappa stellare. Il            suo studio determinò che il disegno di Betty Hill           corrispondeva al           sistema           Zeta Reticuli. | 
Tuttavia alcuni critici hanno dimostrato che con un po’ di tempo si potrebbero trovare paralleli con altre stelle del firmamento. Anche il noto divulgatore scientifico Carl Sagan disse: “Se volessimo trovare una correlazione tra le due mappe” quella di Betty e quella di Marjorie “selezionando i loro elementi fondamentali di ognuno e ignorandone altri, avremo comunque molto successo”. Dobbiamo tener conto – a danno della buona fede della signora Fish – che la cartina originale di Betty Hill era composta da 26 punti e la professoressa ne aveva trovati solo 15 riferiti alla mappa, quindi sono mancanti per una conferma attendibile al 100%, la corrispondenza dei restanti 11 punti. Anche scettici convinti come Robert Sheaffer assicuravano che vi erano mappe più accurate che quella dell’insegnante dell’Ohio. "La seconda presunta identificazione della mappa stellare di Betty Hill fu proposta da Charles W. Atterberg, leggiamo nel suo libro Veredicto OVNI [in italiano Verdetto UFO, anche questo quasi sicuramente inedito.] del 1986. Lei calcolò la traiettoria per gruppi di stelle quando sono visti da diverse prospettive nello spazio. Dopo molto impegno, Atterberg, scoprì che esiste un punto nello spazio, lungo il confine meridionale della costellazione di Ofiuco, da cui le stelle nella vicinità del sole parevano corrispondere quasi esattamente con lo scema del bozzetto della signora Hill. La mappa Atterberg si avvicina al bozzetto con molta più precisione della mappa Fish, e identifica 25 delle 26 stelle della Hill, invece di sole 15. In realtà Attemberg si limitò a cercare unicamente le stelle capaci di aver vita. Iniziò col rappresentare tutte le stelle vicine al sole, cosa che rende più notevole il fatto che la maggior parte delle stelle presumibilmente visitate dagli alieni ( in accordo con questa mappa ) siano più preposte per il mantenimento della vita. Tra le undici stelle che potevano esser state visitate dagli extraterrestri ( senza contare il sole ), sette di esse erano nella lista dello studio della RAM Corporation di Stephen H. Dole, come stelle che potevano avere pianeti abitabili. ( Non è poi una percentuale tanto bassa di stelle che, per azzardo, sono selezionate in prossimità del sole! ). È poi ancor più sorprendente il fatto che di quelle tre stelle che formano il cuore della mappa Atterberg – Epsilon Eridani, Epsilon e Tau Ceti – siano collegate da linee che rappresentano le presunti rotte principali degli ufonauti, siano state descritte da Carl Sagan come le tre stelle più vicine con un potenziale interesse biologico. Indubbiamente, tutto ciò è più notevole come prova della mappa Fish”. Recentemente, nel novembre 2008, l’astronomo Brett Hollan pubblicò un articolo nella rivista Fortean Times, dichiarando che il lavoro della Fish, ai suoi tempi, mancava di rigore. Holman affermò che due dei punti della mappa della professoressa si finì per essere identificate come stelle variabili ( 54 e Piscium 107 ), altre formavano parte di sistemi stellari multipli e altre due ( Gliese 67 e Tau ) erano tanto separate dal resto che potevano formare parte della mappa osservata dalla signora Hill. Holman dimostrò che tra i quindici punti indicati dalla Fish nella sua famosa opera, almeno 6, oggi non sono più validi. Dopo che invalidarono l’informazione astronomica della famosa mappa, oggi potremo probabilmente offrire una nuova e rivoluzionaria interpretazione su l’”origine” e sulla vera “natura” della carta stellare con l’aiuto della Teoria della Distorsione.
DALLA NORMANDIA A ZETA RETICULLI
Il brillante ricercatore americano Rich Reynolds scoprì che Betty, nel suo ufficio teneva sul muro del suo ufficio una mappa della seconda guerra mondiale, precisamente dello sbarco in Normandia. Se osserviamo la cartina ci rendiamo conto che ha molto in comune con la presunta mappa stellare che la testimone vide all'interno della nave.
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Il ricercatore Rich Reynolds scoprì che Betty           Hill, nel suo           ufficio,           aveva una mappa della            Seconda Guerra           Mondiale. In            particolare dello sbarco in Normandia. | 







 
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