sábado, 12 de abril de 2014

LE “EVIDENZE” DEGLI INCONTRI RAVVICINATI...







Il cosiddetto "agente esterno" durante la creazione di incontri ravvicinati fornisce alcuni fattori comuni con altre esperienze UFO che si sono verificati in giro per il mondo, in maniera tale che questi episodi non siano confusi o etichettati come allucinazioni, problemi mentali o grossolani inganni.
In più "apporta", a volte, diversi tipi di evidenze fisiche (ustioni, buchi, macchie, impronte, ecc.) che rafforza – nella mente dei testimoni – l’idea che questi incidenti siano dovuti a un reale paradigma alieno.
Comunque sia, le tracce lasciate dai nostri sfuggenti "visitatori" sono di una tale sottigliezza da rendere queste incursioni nella nostra realtà quotidiana, sempre insondabili e difficili da credere per la maggior parte della popolazione.
Ma dal punto di vista della teoria della Distorsione, queste evidenze fisiche acquisiscono un valore radicalmente differente ai difensori dell'ipotesi extraterrestre.
La Distorsione afferma che l'agente esterno è in grado di "fabbricare" "Materia effimera" per dar corpo ad alcuni incontri ravvicinati, in modo che anche il testimone interagisca con la scena che ha davanti e non notando, in questo maniera, che gli presenta una perfetta "scenografia tridimensionale" orchestrata e decorata con elementi inconsci della sua propria psiche.
Ma la cosa più interessante dal punto di vista della Teoria della Distorsione è che le presunte tracce fisiche lasciate a terra dopo un atterraggio Ovni/UFO, non tralasciano di esser distorti da elementi perfettamente riconoscibili dai testimoni o dei ricercatori stessi, anche prima che questi sono stati prodotti: impronte, erba schiacciata o bruciata, rottami metallici, buchi, macchie di "olio", radioattività, ecc. Tutto più che prevedibile. Ma perché non si trovano evidenze di altro tipo, difficili da incasellare nei nostri parametri mentali o scientifici?
Ad esempio, perché nessun disco volante in fase di decollo ha trasformato i dintorni in una tinta bluastra, incluso gli alberi, la terra e le erbe?
Se siamo di fronte a una tecnologia quasi inimmaginabile per la nostra scienza, non potrebbe esser in grado di interagire nella nostra atmosfera e forse produrre tutti tipi di effetti, come pietre trasmutate in diamanti, od anche provocare la pioggia in un luogo deserto
 
Il 13 febbraio 1981, a Fuentecén, nella regione di Burgos avvenne un atterraggio OVNI/UFO dove i testimoni osservarono una strana creatura descritta come un robot, senza testa ne braccia. Più tardi vari giornalisti del quotidiano Pueblo, si trovarono di fronte ad una superficie di circa 5 metri quadrati, dove il terreno era bruciato.
All'interno dell’impronta si notarono tre fori che formavano un triangolo equilatero di 2 metri di lato, di circa 30 centimetri di profondità per 2 centimetri di diametro che i ricercatori ipotizzarono che poteva esser stato prodotto dall’atterraggio dell’OVNI.
I giornalisti del famoso giornale scrissero: .. "Il luogo risulta un po’ bruciato, ma è curioso notare, che questi resti carbonizzati non sembra prodotto da fiamma alcuna, ma da una forte folata di calore che avrebbe inaridito il terreno. Non vi sono ustioni profonde. I residui di cenere sono minimi e la superficie non sembra bruciata in modo uniforme, solo la parte colpita dal l'ondata di caldo."
 





Ma niente di tutto questo è accaduto semplicemente perché nessuno lo ha "immaginato" come una "cosa logica" e "probabile" prodotta dall'atterraggio di un disco volante.
E siccome tale informazione tacitamente non esiste nel materiale incosciente che l'agente esterno estrae dalla psiche del testimone nel momento in cui avviene la "comunicazione", non può rappresentarla nella sua proiezione effimera, che tenta di simulare una supposta visita extraterrestre, ma sempre come noi però la ipotizziamo.
Pertanto, come postula la Teoria della Distorsione nulla di ciò che viene presentato agli occhi dei potenziali testimoni è per questo totalmente sconosciuto.
Secondo la nostra ottica umana è più "ragionevole" e "comprensibile" che una nave spaziale aliena, comunque sia in grado di attraversare le distanze stellari bizzarri in poche frazioni di secondi o che proveninga da uno sconosciuto universo parallelo, deve per forza avere un "tubo di scappamento" quasi per comando divino... che bruci la vegetazione, lasci cadere una spruzzata di olio, o che provochi della radioattività.
E così, in una forma controllata e deliberata, prodotto di una abile manipolazione e distorsione delle informazioni incoscienti dei testimoni, l'agente esterno offre agli osservatori e agli eventuali ricercatori, tutto il "materiale" che si aspettano di trovare dopo l'atterraggio di una nave aliena ...








JOSE ANTONIO CARAV@CA


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miércoles, 2 de abril de 2014

GLI UOMINI IN NERO CHE EMERGONO DALLA CELLULOIDE: UN REVISIONE DELL’INCONTRO DI ALBERT K. BENDER


 
 
 
Risulta quanto meno paradossale che la maggiore popolarità degli Uomini in Nero (Men in Black, MIB), gli enigmatici silenziatori del fenomeno OVNI/UFO, sia arrivata dal successo mondiale del lungometraggio Men In Black 1997 con Will Smith e Tommy Lee Jones.
Diciamo questo, proprio perché la radice di questo mistero potrebbe esser nato da una pellicola poco conosciuta e che potrebbe aver contribuire alla gestazione di questo sinistro "mito" associato ai dischi volanti.
Il primo presunto incontro con questi minacciosi uomini neri fu effettuato da un eccentrico ricercatore UFO che si è ritirato dalla divulgazione dopo l'esperienza spaventosa che aveva avuto con questi visitatori.
La sua bizzarra storia servi da ispirazione per la gestazione di una particolare teoria della cospirazione all’interno dell’universo dei dischi volanti, in cui si vociferava di strane entità al servizio degli occupanti degli OVNIs/UFO i quali inviavano questi esseri sulla Terra per intimidire i ricercatori e i testimoni, con il chiaro intento di tenere segrete alcune informazioni rivelatrici sugli non identificati.

Albert K. Bender ispiratore delle storie sugli Uomini in Nero.
Sebbene la maggior parte dei ricercatori mettono in dubbio la piena realtà della sua esperienza, è ovvio che la sua storia servì da ispirazione per la creazione di un nuovo mito degli OVNI/UFO.





 
Nel 1952, l’ufologo Albert K. Bender, 31 anni, fondò la modesta organizzazione "Office Internacional Flying Saucer Bureau" (IFSB), che pubblicava una rivista dal titolo "Space Review" dove i membri potevano partecipare inviando le loro indagini.
Nel mese di ottobre 1953, quando il gruppo aveva più di 1.500 associati, nelle pagine della suddetta rivista Bender si annunciava che una "fonte" – che la IFSB considerava molto attendibile – aveva fornito informazioni per risolvere l'enigma dei dischi volanti.
Tuttavia, la tanto annunciata soluzione non venne mai editata. Al suo posto, nel mese di novembre, una nota sconcertante per gli abbonati annunciava che: "Il mistero dei dischi volanti ha cessato di esser tale. La fonte è già nota, ma tutte le informazioni relative dovranno essere tenute segrete per ordini venuti dall'alto. Ci piacerebbe pubblicare per intero il rapporto in "Space Review", ma a causa della natura delle informazioni, ci dispiace informare che ci è stato consigliato di agire diversamente." La nota terminava subito dopo così: "Raccomandiamo coloro che svolgono attività collegate ai dischi volantini di essere molto cauti. "
Poco tempo dopo Bender cessò le sue attività relative alla sua associazione e con esse la pubblicazione della rivista.
In un'intervista concessa a un giornale locale, Albert K. Bender, raccontò le vere ragioni di questa inspiegabile interruzione.
A quanto pare, da come il ricercatore narrò ai giornalisti, aveva ricevuto la visita di "tre uomini che indossavano abiti scuri" che gli avevano "pesantemente ordinato" di cessare la pubblicazione di materiale relativa ai dischi volanti.
Bender assicurava di aver avuto ricevuto "uno spavento di morte" tale che dalla impressione restò due giorni senza cibo. Neanche quelli più vicini a Bender riuscirono a strappargli ulteriori informazioni su ciò che era accaduto.

 L’enigmatico libro di Bender che narra della sua incredibile esperienza…
 
 
 
 
Tuttavia nel 1963, un decennio più tardi, Albert K. Bender pubblicò un libro inclassificabile intitolato “Flying Saucers and the Three Men In Black” [dischi volanti e i tre uomini In Nero], dove presumibilmente narrava tutti gli eventi vissuti dopo il suo incontro con gli uomini in nero. L'ufologo dichiarò che i tre stranieri che lo avevano visitato nella sua camera da letto erano vestiti in modo identico con abiti neri, cappelli, cravatte, guanti, scarpe e camicia bianca.
I tre uomini erano circondati da un misterioso bagliore blu chiaro. I loro occhi intimidatori e minacciosi brillavano come piccole lampadine. La scena inquietante fu accompagnata da un odore di zolfo.
Gli inquietanti visitatori comunicavano per telepatia e avvertirono il ricercatore di non pubblicare la verità sugli OVNIs/UFO, incluse tutte le sue conoscenze in materia.
Riuscì così a sapere che gli alieni arrivarono sulla Terra per "depurare" l'acqua di mare.
Bender inoltre raccontò anche di aver visto, in un'altra occasione, "tre belle donne, vestite in strette divise bianche" che, come i loro compari in nero, avevano occhi brillanti.
Il libro contiene altre situazioni deliranti che sembrano tratte da un racconto dell'orrore o di fantascienza.
Contatti telepatici, incontri con creature mostruose in una sala cinematografica, ed anche l'esistenza di una base extraterrestre nell'Artico vengono menzionati nello stravagante diario di Bender, tanto fantastico come poco credibile.
Ma la cosa più strana di questa storia rocambolesca è che il noto e controverso ufologo, che diede origine ai sinistri incontri con gli uomini in nero, potrebbe aver creato una storia immaginaria basata sulla sua profonda conoscenza del cinema di fantascienza.
Anche se ci sono quelli che al contrario pensano che dopo quell’incontro reale e tremendamente inquietante, Bender non fu più lo stesso e ideò tutte queste bufale..
 
 
La connessione con il governo
Nonostante tutto ciò alcuni ricercatori, come Michael D. Swords, credono che potrebbe esserci qualcosa di reale nell'insolita esperienza narrata da Bender, che da allora è stato amplificata e distorta fino a limiti insospettabili.
Apparentemente il gruppo di Bender fu coinvolto nelle indagini di un caso OVNI/UFO in cui furono raccolte delle prove fisiche.
Avvenne il 19 agosto del 1953, quando verso le 21:00, i residenti di New Haven, nel Connecticut, sentirono un'esplosione e osservarono una "palla di fuoco" che volava a livello degli alberi.
Questo luminaria colpì un’insegna di metallo che era nelle vicinanze, per poi scomparire in lontananza.
Il primo ad arrivare sulla scena fu C. Roberts, membro dell’IFSB, che poté raccogliere campioni del presunto OVNI/UFO.
La prova fu inviata al colonnello Robert B. Emerson, un fisico che viveva in Louisiana, e che era un membro della Riserva dell'esercito degli Usa e che collaborava con il gruppo di ufologi di Bender.
Emerson disse a Roberts che avrebbe contattato alcuni amici che lavoravano al centro di ricerca atomica di Oak Ridge, Tennessee.
Benché non si sia mai riuscito ad avere delle risposte in questo modo.
Un'altra analisi organizzata dal gruppo APRO determinò che principalmente quella scoria era costituita da rame e ossido di rame.
Questa analisi unitamente al percorso irregolare della palla di fuoco eliminò la possibilità che fosse un meteorite.
Così il ricercatore Michael D. Swords suggerì che, probabilmente, Roberts recuperò resti di una prova balistica della Marina degli Usa, attirando l'attenzione delle autorità verso il gruppo di Bender.
La qual cosa avrebbe potuto motivare il ricercatore ad essere visitato da numerosi agenti governativi in borghese che lo costrinsero a tenere segrete tali indagini e a far cessare le sue pubblicazioni..

Bender descrizione di Bender dei suoi supposti misteriosi visitatori...






In più Swords segnala che un altro progetto che volevano intraprendere alla IFSB – con gli associati di Australia e Nuova Zelanda – consisteva nel cercare di tracciare le traiettorie di volo dei dischi volanti.
Questi studi potevano anche essere fonte di preoccupazione per le agenzie di intelligence degli Usa, le quali temevano che tale informazione includessero i voli militari americani e che la rivista di Bender servisse come informazione al blocco sovietico durante la Guerra Fredda, sulla attività delle forze armate Usa.
Più tardi, per giustificare il suo silenzio obbligato dalle autorità, Alber K. Bender ha dato libero sfogo alla sua immaginazione influenzato dalla sua passione per la fantascienza e considero che tutta la favola del suo incontro con i tre uomini in nero fosse un alibi perfetto per la allontanamento dalla vita pubblica ... Anche se probabilmente non conosceremo mai esattamente la vera natura degli eventi in quel periodo..



Fritz Lang il genio dell’espressionismo tedesco e gli Uomini in Nero

Il ricercatore Rich Reynolds ha scoperto che il film, Liliom (1934) opera minore del grande regista Fritz Lang, dove il protagonista è portato in cielo da due "uomini in nero" alati potrebbe essere la fonte di ispirazione per la terribile trama di Bender.
L'ufologo era un noto appassionato di film fantasy ed è plausibile che aveva visto il film del regista tedesco e che gli sia servito come appoggio "intellettuale" per "inventare" la visita dei tre sconosciuti che gli intimarono di non pubblicare le sue ricerche.
Cosi come segnala il ricercatore Nick Redfern: "Bender aveva un grande interesse per il cinema, e poi, negli anni '70, svolse un ruolo importante nel contributo per preservare l’opera del compositore cinematografico Max Steiner. Waxman ( che compose la colonna musicale per il film del 1934 ) ha lavorato con Steiner ai Warner Brothers nella decada nella decada del 1940. Quindi ci sarebbe ( in forma indiretta ) una connessione di Bender anche lì.
Posto che Bender stava lavorando sopra Steiner negli anni ’40 e Franz Waxman ( che ideò la colonna musicale per il film HDN: "Liliom" ) ed anche Steiner lavorarono con Waxman, il tutto rende molto probabile che Bender vide il film. Oltre a questo, Bender fu così impressionato dal lavoro di Steiner che fondò pure la società di musica di Max Steiner, dimostrando che sapeva molto di Steiner - e forse, anche di Waxman, dato il suo lavoro e la collaborazione per la Warner Bros.".

 

 I misteriosi uomini in nero del film di Lang ...
 
 
Senza dubbio i sinistri personaggi della pellicola hanno molte similitudini con i visitatori di Bender.





E’ quindi molto probabile che, per ragioni che poteva conoscere solo lo stesso Bender, egli decise di sopprimere la sua organizzazione ufologica e architettare l'irruzione nella sua vita di uomini in nero, sperando forse di ottenere più reputazione, credibilità o denaro.
Alcuni ricercatori suggerirono che forse una di queste cause mai svelate, erano di natura economica in quanto le quote degli associati non vennero mai restituite.
Ma a parte queste speculazioni, ciò che è innegabile è che la favola – con o senza qualche verità – di Albert K. Bender entrò nella comunità ufologica americana, provocando la conseguenza che altre persone ebbero incontri con misteriosi uomini in nero.



 Il visitante del Dr. Herbert Hopkins...


 


 Un chiaro esempio di ciò, fu l'esperienza del dottor Herbert Hopkins che durante l'indagine di un addotto nel 1976 nel Maine, ebbe una terribile visita notturna.
Hopkins riferì che arrivò in casa sua un uomo che "indossava un abito completamente nero, abito perfettamente stirato, con i pantaloni perfetti con cappello e scarpe nere, ma la camicia era di un bianco puro. Per il suo aspetto credete che fosse un l’impiegato di un agenzia funebre. Quando si levò il suo cappello vide che era completamente calvo e non aveva ne ciglia ne sopracciglia. Il suo pallore era cadaverico, e durante la conversazione, si strofinò le labbra di colore rosso vivo con i guanti, portando via con loro il colore, come se fossero dipinte". Lo strano visitatore gli consigliò di distruggere tutte le registrazioni che aveva fatto sul caso e di mantenere segreti tutti i dati.


 Le somiglianze dei "Uomini in Nero", che visitarono l’ufologo con i personaggi della fiction sono evidenti ... abiti scuri, cappelli, pallore, ecc.
 
 Al centro l’"angelo" del film, a sinistra il "visitatore" di Bender e a destra il sinistro uomo in nero descritto dal Dr. Hopkins.



Il "seme" piantato da Bender aveva dato i suoi frutti.
Le credenze sembrano esser state prese, sviluppate e distorte dal paradigma OVNI/UFO, mostrando che al di là della realtà indiscutibile del fenomeno, e della sua natura anormale e aliena alla mente dei testimoni, sottende nel suo interno di un importante e trascendente componente mentale che dà origine a questo tipo di esperienze che abbiamo catalogato, erroneamente, come visite extraterrestri. Un agente esterno sconosciuto si sintonizza con le menti dei testimoni e ottiene il materiale "visivo" necessario per formare la sua esperienza (dettaglio, aspetto, colori, ecc.).
Anche se nel caso di Albert K. Bender è stato quello di determinare se ci fosse un componente anomalo nel suo incontro, quello che è certo è che il suo contributo "iconografico" al paradigma OVNI/UFO, si è introdotto nell'inconscio di molti studiosi e appassionati, dando origine, in un tempo brevissimo, a un sottogenere ufologico oscuro e inquietante, sconosciuto fino ad oggi ...





CIRCOSTANZA EMOCT
Il controverso ricercatore Timothy Green Beckley è l'autore di quello che può essere considerata come l'unica immagine al mondo di un misterioso Uomo in Nero (HDN o MIB, Men In Black).
L'istantanea fu scattata nel 1965 a New Jersey (New York). Beckley assicura che in quei giorni: "Ci sono stati diversi voci in cui gli OVNIs/UFO erano discesi e sbarcati in un parco cittadino, alcuni ragazzi sono rimasti impressionati e andarono a raccontarlo ai suoi genitori.
Una delle persone con cui ero in contatto era un uomo di nome Jack Robinson, che era l'investigatore del caso, il quale segnalo che, mentre intervistava i testimoni poté vedere una Cadillac nera parcheggiata in strada con i vetri oscurati e da cui occasionalmente qualcuno abbassava i finestrini e gettava uno sguardo.

 

La controversa fotografia ...

 E’ davvero un uomo in nero?

 
 
 Egli lavorava in una banca di New York, e prendeva il treno ogni giorno mentre sua moglie faceva tutte le commissioni necessarie nei negozi, insomma tutto quel genere di cose.
La signora disse di aver visto una persona misteriosa all’ingresso dall'altra parte della strada vestita di nero con un cappello nero che gli copriva il volto.
Una mattina abbiamo deciso di andare nella città di Jersey per capire cosa stava realmente accadendo.
Bene, abbiamo raggiunto il posto e ho visto un individuo con il volto da morto in piedi sulla soglia, con indosso un cappello che gli copriva gli occhi, vestita di nero, sembrava come se non appartenesse al quartiere, poi Jim Moseley mi ha dato la macchina fotografica, mi misi alla finestra e presi una foto del individuo che stava in piedi sulla porta".
Il ricercatore era convinto che fosse un autentico uomo nero che vigilava la casa del ricercatore OVNI/UFO: "Questa è una zona residenziale dove si conosce chi abita nel quartiere, si sa chi vive nella casa accanto e chi vive nella casa di fronte ma quella persona era completamente sconosciuta.
Abbiamo deciso che potevano fare un giro in macchina e guidare verso l'angolo, per confrontarsi poi direttamente con l'individuo e scoprire quale fosse il motivo per cui si trovava di fronte a quel palazzo.
Abbiamo fatto il giro dell’isolato e fermato poi la macchina, ma quel tipo era sparito e con lui la macchina nera in cui era venuto.
Scomparve quasi per magia."
A proposito dei HDN Beckley ritiene che "dobbiamo considerare la possibilità che alcune delle informazioni sugli uomini in nero, corrispondono ad attività di agenti della CIA, in quanto questa è costituito da migliaia di agenti individuali e indipendenti, e che ha al suo interno gruppi ancora più segreti.
Alcuni di questi agenti possono essere alla ricerca di OVNIs/UFO in forma molto aggressiva, come se fossero collezionisti d'arte"...
Tuttavia ci sono voci critiche che sostengono che la famosa fotografia ritrae semplicemente una persona vestita di nero e che forse poteva essere un impiegato d’una agenzia funebre...

 

 

 

JOSE ANTONIO CARAV@CA


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