domingo, 18 de mayo de 2014

LO STRANO INCONTRO RAVVICINATO DELLA LIBIA...










Verso le 3:00 della mattina del 25 ottobre 1954, Carmelo Papotto stava ispezionando i terreni della sua azienda agricola italiana con sede a Tripoli in Libia, quando a un certo punto vide discendere dal cielo uno strano artefatto nel più completo silenzio.
Si trattava di un oggetto a forma di uovo, lungo circa 5 metri e alto 3 metri, il cui parte inferiore era di metallo e alluminio, e quella superiore di un materiale trasparente, la parte posteriore secondo il testimone: “aveva la forma aerodinamica di un automobile, con una coda che probabilmente serviva come un timone “.
La cupola “cristallina” era fortemente illuminata da una luce bianca che irradiava tutto intorno fino a 4 metri. L’OVNI/UFO aveva due luci ai lati e quelle che sembrava due antenne, poste una davanti e una dietro.

Aveva anche due tubi conici, che al testimone sembrava armi, nella parte frontale. Inizialmente l’ingegnere italiano pensò che poteva essere un elicottero militare americano in difficoltà o addirittura un prototipo segreto.
Schizzo del misterioso artefatto che atterrò nei pressi del testimone


  
Secondo Carmelo Papotto l’oggetto tirò fuori il suo carrello di atterraggio mentre si sentiva un suono simile ai compressori utilizzati per gonfiare le gomme. Di fatto le zampe dell’artefatto consistevano in sei ruote. Quando l’OVNI/UFO toccò terra sopra su un campo arato, a circa 10 metri di distanza dal testimone, il signor Papotto vide una scala al centro.
Il testimone fu poi in grado di vedere all’interno dell’artefatto sei umanoidi che si muovevano lentamente. In quei momenti il testimone pensava che fossero militare degli Usa. Indossavano abiti gialli e maschere tipo a gas.
Uno dei membri dell’equipaggio si tolse la maschera per un momento e il suo volto era del tutto normale. Quando il testimone mise la mano sulla scala per salire, una forte scossa elettrica lo spinse indietro. Una degli esseri gli fece segno di non avanzare. Il testimone restò un po’ stordito. L’equipaggio sembrava essere occupato all’interno dell’apparecchio.

 
Nell’interno vi erano degli umanoidi con uniformi gialle e con maschere a gas.
Carmelo Papotto affermò che uno degli umanoidi, con degli "auricolari" era di fronte a un panello di controllo simile a una radio.

 
Carmelo Papotto affermò che uno degli umanoidi, con degli "auricolari" era di fronte a un panello di controllo simile a una radio.
Il signor Papotto asserì che all'interno del dispositivo vi erano alcune sedie, tavoli e un apparato radio – gestito da un umanoide che indossava degli "auricolari" – da cui spuntavano numerosi cavi. Pochi istanti dopo uno degli esseri toccò un pulsante e un aggeggio meccanico a forma di campana scese vicino a una delle ruote e procedete a sostituirla con un altra. Dopo circa 20 minuti, l'OVNI/UFO si elevò a circa 50 metri di altezza per poi scomparire tranquillamente e rapidamente verso est.
Gli investigatori trovarono sul terreno segni rettangolari di 10 cm di larghezza molto simile a un pneumatico normale. Secondo la disposizione delle orme delle ruote dell’oggetto, queste erano disposte a coppie di due e separate da circa 10 centimetri.
Venne inoltre rinvenuta una sostanza blu che si mandò ad analizzare, ma i risultati non furono mai resi pubblici. Secondo gli inquirenti, Carmelo Papotto non aveva alcuna conoscenza del fenomeno OVNI/UFO e quindi fu per quello che si avvicinò senza paura all’artefatto, pensando che potesse essere una aereonave umana.
Indubbiamente lo strano oggetto osservato dal testimone aveva somiglianza con un elicottero.

 
 
Seguendo la Teoria della Distorsione questo incidente è un chiaro esempio di come elementi banali e ordinari conosciuti dal testimone possono essere trasformati, attraverso l'interazione con un agente esterno sconosciuto, in componenti soprannaturali inseriti in una straordinaria esperienza OVNI /UFO.
Di fatto l'OVNI/UFO osservato dall’italiano assomigliava molto da vicino a un elicottero militare, con sporgenze simili a "mitragliatrici" e il suo equipaggio sembrava soldati, con maschere antigas inclusi. Tutti questi componenti potrebbero essere latenti nella mente del testimone abituato a vedere dispiegamenti militari in Libia.
 

 
 
  

JOSE ANTONIO CARAV@CA




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