miércoles, 1 de octubre de 2014

L' INCREDIBILE INCONTRO DI ARRUBAL







Senza dubbio negli anni settanta del secolo scorso si registrarono alcuni degli incidenti OVNIs/UFO più interessanti mai accaduti nel nostro paese [José si riferisce – naturalmente – alla nostra vicina Spagna]. Anche se l’eco di molti di questi fatti è arrivato ai nostri giorni, aiutato da numerose apparizioni in articoli, libri, TV, radio, ecc. ma altri tuttavia sono caduti in un oblio ingiusto e immeritato. Uno di questi episodi a cui ci riferiamo accadde davanti ad un gruppo di bambini in Logroño il 29 novembre del 1974. Il ricercatore J. J. Benitez mi ha messo sulle tracce di questo evento straordinario alcuni anni fa.
 Avvenne nella città di Arrúbal, a circa 20 chilometri della capitale biscaglina Bilbao, dove in uno spiazzo [descampando] nei pressi della scuola, un gruppo di 10 alunni, di età compresa tra i 6 e i 12 anni stavano giocando a calcio. Verso le sei di sera, uno dei più piccoli, Óscar Sagasti, alzò gli occhi al cielo e osservò sbalordito un oggetto allungato d’argento con luci arancioni molto luminose che si sono stazionava sopra le loro teste. Si muoveva in modo strano, da un lato all'altro come a zig-zag.
 Finché all'improvviso, quell’oggetto metallico, in completo silenzio, si fermò posizionandosi davanti agli sguardi attoniti degli scolari. Una volontà del gruppo – come non potrebbe essere altrimenti nel caso dei bambini – fu quella di cercare di tirargli una pietra, cosa che non riuscì nonostante i ripetuti tentativi. A quanto pare l’artefatto volava ad una quota superiore a quello che poteva sembrava a prima vista.
 Secondo le stime dei ragazzini, l'oggetto poteva essere lungo circa 4 metri, e paragonarono le sue dimensioni rispetto a quella che poteva avere un’automobile. Ma ciò che li sorprese i giovani testimoni, era l'esistenza di alcune lettere o simboli luminosi che sporgevano dalla superficie luccicante del sigaro.

Lo strano oggetto avvistato dai bambini aveva diversi segni o scritte sulla fusoliera ...






Più avanti disegnarono sulla lavagna della classe alcuni di quei segni che ricordavano, quelli che più assomigliano a lettere; "M", "X" e "L".
 Dopo alcuni, brevi, minuti di osservazione il OVNI/UFO si elevò lentamente perdendosi dietro una cortina di nubi.
 I ragazzini affermarono che, pochi istanti dopo, in uno spiraglio tra i banchi di nuvole videro una luce rossa che potrebbe appartenere ad un altro oggetto o forse lo stesso ma osservato da un'altra angolazione.
 L'insegnante era sicura che i suoi alunni stavano dicendo la verità poiché li interrogò ognuno separatamente e non entrarono in contraddizione con le sue dichiarazioni.

CIO’ CHE DISSE LA STAMPA…

La Gaceta del Norte inviò il redattore Vicente Escudero per indagare su questa storia, e i lettori conobbero i dettagli del caso con il titolo: EL OVNI DE LOGROÑO. Dieci scolari di Arrubal (a 20 chilometri dalla capitale [a 20 kilómetros de la capital]) hanno osservato le sue evoluzioni lo scorso Venerdì.
 Tutti i racconti coincidevano: "Aveva forma di sigaro con incise lettere molto grandi." Questo è ciò che mi hanno riferito;

-Erano le sei di sera. Avevamo già lasciato la scuola e stavamo giocando nel campo, tutti insieme. Per primo lo vide Oscar.

- Come è apparso?

- Noi stavamo giocando. Poi abbiamo guardato in cielo e lo abbiamo visto. Era tranquillo. avanzava. Andava da un luogo all'altro.

- Zigzagava?
- Sì, quello. Sempre tranquillamente, senza poi muoversi per circa mezzo minuto.

- Che forma aveva, era rotondo?
- No, allungato e verso il basso… così ...

E uno degli scolari si avvicinò alla lavagna e disegnò un'ellisse invertita.

Quando è stato chiesto ai ragazzini se aveva la forma di un sigaro, essi "categoricamente" dissero di sì.
 - Aveva la forma di un sigaro?
- sì, come un sigaro”.

- Era grande o piccolo?
- Grande. Più o meno come un’automobile. Stava in alto, in alto, in alto. Più alto dell'altezza di una casa.

- Era luminoso?
- Sì. Con delle lettere.

- Lettere?
- Sì, sì.

- E come erano?
- Una (eme), una (equis) e uno che non so... (dice un scolaro) ed anche una cosa così, come un tetto di una casa (dice il più piccolo riferendosi a una "de" invertita. [Una (eme), una (equis) y no sé qué más... (dice un escolar) y también llevaba una coas así, como un tejado de una casa (dice el más pequeño para referirse a una "de" invertida].


 In presenza del cronista inviato dalla Gaceta del Norte i bambini disegnarono i simboli visti nel sull’ OVNI/UFO.




Seguendo la nostra indicazione, un ragazzo disegnò sulla lavagna la chiave misteriosa.
 Con mano sicura e seguito attentamente dai compagni, per vedere se commetteva il minimo errore, il ragazzino disegnò uno a uno tutti i segni in verticale. Così come videro l’OVNI/UFO. In quel momento, Ana Mari, la simpatica maestra di Arrúbal, ci disse: “Anche a me hanno ripetuto il giorno dopo tutto quello che videro, uno por uno, separatamente e senza contraddizioni”

- Il Disco [El platillo] era metallico? Brillava?
- Si. Splendeva. Era color argento ed aveva luci arancioni.

- Pareva un aereo?
- No, no. E nemmeno un elicottero. Sappiamo cosa sono. L’abbiamo visto e non mandava nessun rumore.

- Ci avete visto qualcuno?
 - No.

- E le lettere come erano, nere?
- No, del medesimo colore del disco [platillo]. Potevamo vederle perché era lettere molto (sic) grandi ed erano illuminate. Erano come piccole luci.

- - Vi siete spaventati? [¿Os asustasteis?]
- No, no. Lo dicemmo ai signori che scendevano [les dijimos a los señores que bajaran] (Sarebbe prima di lanciare le pietre)

- In totale, quanto tempo lo avete visto? Circa cinque minuti?
- No, meno.

- Come è scomparso?
- Se ne andò piano piano tra le nuvole, verso Logroño. Dopo di che non lo abbiamo più visto. Se ne andò lentamente. E poi da un’altra nuvola, è venuta una cosa rossa [salió una cosa roja]. Come una luce.

- Potrebbe esser stato un altro disco volante [platillo volante]?
- Sì, in un altro posto, tutto rosso.

E così, in suspense, questa è l’intervista. Il suo contenuto. Qui, finora, sono stati passati al registratore le voci di alcuni bambini che hanno visto l‘OVNI/UFO di Logroño.
 I dati a noi forniti ci permettono mille e più congetture. Noi, semplicemente, li abbiamo trascritti. A voi lettori la conclusione.”

Nell’anno 1997 il Grupo UFO riuscì a localizzare alcuni dei protagonisti della vicenda che ribadirono punto por punto tutto quello che successe durante quella partita di calcio.
 Così come mi dissero i membri del Grupo UFO, poterono parlare personalmente con vari protagonisti che ricordavano perfettamente gli eventi della loro infanzia.
 Ebbero la gentilezza di fornirmi un rapporto elaborato dal investigatore Joseba Orraca Cardaso che intervistò a José Antonio Ascacibar.
“Era un oggetto allargato, silenzioso – ricorda il testimone – , come un grande sigaro intensamente luminoso con toni rossi, sopra le nostre teste.
 Ricordo che si distinguevano come dei segni o delle lettere… X M L…. e altre, ma ora non e ricordo.
 Abbiamo gridato incominciando a lanciargli delle pietre e presto scomparve”.

L’investigatore Joseba Orraca Cardaso intervistò a José Antonio Ascacibar uno degli scolari che osservarono l'OVNI/UFO.




Curiosamente la stampa dell’epoca riferì la testimonianza di due giovani di 18 anni che il 28 dicembre, viaggiavano sulla strada [carretera] N-111, tra Viana e Logroño, vicino all'incrocio di Oyón, verso le sei e mezze di sera avvistarono un oggetto metallico nel cielo, mentre il loro veicolo si fermò inspiegabilmente. Ecco il racconto dei ragazzi: “...l’Ovni/Ufo lanciò una specie di raggio luminoso sul motore del automobile, come per esplorare quella parte del veicolo.
 Pochi istanti dopo, l’oggetto volante scomparve nel cielo riojano e i giovani senza grandi difficoltà poterono riaccendere il motore mettersi in marcia.”


Alcune persone indicarono che la "scrittura aliena" apparsa in un fumetto di Superlópez ( personaggio, presumo, inedito in Italia) era ispirata dai simboli del caso di Arrubal.
II linguaggio alieno" che avrebbe ispirato il creatore di superlopez?

Uno degli aneddoti più insospettabile che incontrai durante l’indagine del caso di Arrúbal, fu la scoperta di una piccola “leggenda urbana” in cui si affermava che il creatore del conosciuto personaggio a fumetti chiamato Superlópez, era stato ispirato dai simboli avvistati dai ragazzini di Logroño nella elaborazione di un “linguaggio extraterrestre” che appare in una delle prolifiche avventure del supereroe spagnolo, “Los Petisos Carambanales”.
Per chiarire questo punto ho preso contatto con Juan López Fernández, meglio conosciuto con il nome d'arte di Jan, l’autore di questi fumetti. Nell’email [El correo] scrissi: “Egregio (Estimado) Jan immagino che in tutti questi anni vi saranno arrivate una gran quantità di domande di tutti i tipi e generi, ma già immagino che questa la batterà tutte per la sua stranezza.
 Mi permetto di rubarvi del tempo prezioso per esporvi i miei dubbi.
 Mentre realizzavo un’indagine su un avvistamento OVNI/UFO avvenuto a Logroño, concretamente nel paese di Arrúbal nel 1974, mi sono trovato davanti a una strana informazione, che non so se frutto di una effimero sospetto infondato, prodotto dalla casualità, nel quale si indica che Voi vi siate ispirato al sopradetto incidente per creare un linguaggio "extraterrestre" (los Petisos Carambanales) che era inserito in una delle storie dell’immortale e geniale Superlópez, simboli che coincidono con quelli descritti nel caso sopracitato.” La sua risposta fu immediata e mi chiarì il “gran” dubbio: “No, la verità è che, nell’epoca in cui disegnai quell’albo "La caja de Pandora" rimuginavo molta letteratura, libri, e quant’altro sopra il tema degli ovnis/ufo, ma il linguaggio de los petisos non ve lo basai assolutamente, anche se l’albo risale al 1983. Io fin da bambino creavo alfabeti così con figure geometriche e che consideravo come cose banali. Deve essere una coincidenza. Los Petisos sono del 1988”.






L’incidente di Arrubal è solo un esponente in più di una prodigiosa e irrepetibile decada, dove i dischi volanti [los platillos volatore] e i suoi occupanti si accamparono a loro agio sul nostro territorio… in una ostentazione che al giorno d’oggi a noi sembra una chimera prodotta in altri tempi e in altre forme nel percepire il mondo che ci circonda ...









JOSE ANTONIO CARAV@CA


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