viernes, 24 de enero de 2014

LO STRANO CASO DEL Mr. BURTOO E DEI FANTASMI DELLO SPAZIO...




 
All’interno dell'ampia casistica OVNI/UFO esistono episodi davvero sconcertanti, dove soprattutto spunta l'esclusività e l'unicità di alcuni incontri che sembrano "fabbricati" appositamente per l'occasione e per il testimone in questione. Uno di questi incidenti avvenne negli anni Ottanta in Gran Bretagna, e contiene in sé la sua fine umoristica ironia...
Era l’una del mattino del 12 Agosto 1983, quando Alfred Burtoo, ex ufficiale dell'esercito britannico, che stava pescando tranquillamente sul Canal di Basingstoke (Hampshire), osservò una luce brillante, che veniva da North Town, e che discese dal cielo e atterrò molto vicino a dove si trovava.
 Alfred Burtoo senza dubbio protagonista di uno dei più bizzarri incontri ravvicinati con gli OVNI/UFO nella storia´.

 

 

In un primo momento, il testimone pensò che doveva essere un elicottero di una vicina base aerea militare. Mentre si serviva il tè del suo thermos, il suo cane Tiny, cominciò ad abbaiare furiosamente.
Dalle ombre emersero due strani esseri, di un metro e cinquanta d’altezza, con caschi dalle nere visiere che impedivano di vedere le loro facce ed entrambi indossavano una tuta di colore verde pallido, di un materiale simile alla plastica e senza cucitura o cerniere dalla testa ai piedi. Uno degli umanoidi, con gesti, alzando e agitando la mano destra, indicò a Burtoo di seguirli. "Io avevo 77 anni e non avevo molto da perdere", disse poi ai giornalisti il testimone, così il pensionato senza alcun timore decise di seguire i suoi strani visitatori.
Procedettero in fila lungo un sentiero alberato, Burtoo era in mezzo ai due umanoidi. "Abbiamo camminato lungo il cammino di funi fino a quando siamo arrivati alle sbarre che esistono nel ponte sul canale", e in quel momento come descrive il testimone, si verificò un evento insolito, il suo strano compagno di viaggio passò attraverso le sbarre come un fantasma", attraversandole nettamente, mentre – ovviamente – Burtoo dovette saltare il piccolo ostacolo. Poi, a pochi metri su una curva verso sinistra, lo stupito pescatore osservò uno strano artefatto di metallo posato sulla terra.

In quel momento esclamò: .. "Cristo! che diavolo è quello". Davanti a lui vi era una macchina enorme, come di alluminio lucido, all’incirca di quattordici metri di lunghezza e alto sui cinque metri e cinque, contornata di luci. Il carrello d’atterraggio era formato da due sostegni a forma di "sci". Attraverso una lunga scala con un corrimano telescopico, di circa tre metri e mezzo di lunghezza, Alfred Burtoo entrò all'interno dell'oggetto, che aveva un soffitto molto basso, tanto che il testimone dovette piegarsi un po’. La sala era di color nero, senza angoli e di forme morbide. Sul lato destro si aprì una porta che conduceva ad un ambiente di forma ottagonale e di aspetto "metallico infinito". La cosa più curiosa e sconcertante era che quella stanza, "puzzava un po’ di carne in decomposizione".
 

Lo strano artefatto osservato da Mr. Burtoo ...

 

 "Non ho visto alcun segno di dadi o viti, né ho visto attaccature in cui si congiungessero le parti dell'oggetto ", affermò Burtoo. "Quello che mi ha colpito particolarmente è stata una colonna del diametro di un metri e venti, che s’alzava dal pavimento fino al soffitto" e che nella sua parte destra aveva una "maniglia a forma di Z". Accanto questa "colonna" sul lato destro, il testimone ha vagamente distinguito che vi erano "due sagome simili agli esseri che avevano camminato con me lungo il cammino". L’ex militare fu posto sotto una luce di colore ambra, che dalla parete vicino al soffito sembrò analizzare il suo corpo per circa 5 minuti. Uno degli umanoidi chiese al testimone: “Qual’è la tua età?” La sua voce suonava come un incrocio tra cinese e russo. Quando il pensionato rispose che presto avrebbe avuto 78 anni, l'umanoide senza esitazione disse: "Puoi andartene, sei troppo vecchio e malato per i nostri scopi"... Burtto lasciò l’artefatto alquanto perplesso. Girando la testa, mentre camminava giù per le scale, notò che la parte superiore del dispositivo sembrava un enorme camino che girava in senso contrario alle lancette di un orologio. Con grande calma l’anziano tornò al suo posto di pesca dove aveva lasciato il cane. L'orologio segnava le due del mattino. Il nostro eroe beve il tè ormai freddo, che si era servito un'ora prima di quell’evento unico ed particolare nel suo genere. "Poi sentii un suono lamentoso, come quando viene avviato un generatore, e l'apparato salì in alto per poi scomparire a velocità molto elevata". Tale era la luminosità che emanava l'oggetto che il testimone potè vedere chiaramente in piena notte la sua piccola esca a galla in mezzo al guado e distante da lui un buon metro e ottanta. Il testimone continuò a pescare senza paura fino alle 12 e 30 e facendo un bottino di 9 pezzi. È interessante notare che, intorno alle dieci, Burtoo parlò con due poliziotti che pattugliano la zona e ha detto loro che aveva visto una strana luce nel cielo quella mattina, senza che questi a quanto pare diedero molta importanza alla sua testimonianza. Tornando a casa, Burtoo narrò la sua stravagante avventura a sua moglie e a un amico, anche se in un primo momento, disse loro che aveva visto una luce nel firmamento, senza mencionare nulla circa l'entrata nella nave o dell’insolita conversazione avuta con gli umanoidi.

Gli umanoidi conducono il testimone nel luogo in cui era atterrata la loro aeronave.
 


Nei giorni successivi la sua insolita esperienza Burtoo sperimentò una perdita di appetito e di peso, e difficoltà a dormire normalmente. Sintomi che poi si risolsero in breve tempo.  Nel luogo del presunto atterraggio Burtoo assicurò, che due giorni dopo l'incidente, il fogliame era schiacciato e disordinato, ma non si documentò graficamente nessun tipo di segni o impronte.  Alfred Burtoo scomparve il 31 Agosto 1986, e sua moglie Marjorie era convinta della realtà dell'esperienza avuta dal marito, che non aveva mai ritrattato su ciò che aveva vissuto quella mattina. Alfred Burtoo aveva servito nella Reggimento Reale della Regina nel 1924 e nel Reggimento dell'Hampshire durante la Seconda Guerra Mondiale.
Era ben conosciuto per il suo lavoro di storico e lavorò anche come bracciante e giardiniere.


 




JOSE ANTONIO CARAV@CA





Proibita la riproduzione totale o parziale del materiale contenuto in questo blog senza espressa autorizzazione. Jose Antonio Caravaca.

sábado, 18 de enero de 2014

I FOLLETTI FOSFORESCENTI E IL GUARDIANO DEL FOLKLORE

 


La tipologia degli occupanti degli OVNI – o Ufo – osservati in ogni angolo del pianeta è quasi infinita… e in alcune occasioni hanno una somiglianza sospetta con "creazioni" umane, sia nel campo della letteratura, film, fumetti, televisione, folklore popolare e anche con il mondo dell'arte. Il che può suggerire come un agente nonidentificato, sintonizzato con la mente dei testimoni, possa accedere al vasto immaginario collettivo come una fonte primaria di documentazione per lo sviluppo di incontri ravvicinati con gli UFO.
Per tanto l'origine psichico delle esperienze con coloro che non identifichiamo, spiega tra l'altro, la variopinta fauna extraterrestre osservata nel corso degli anni e ha resistito ad ogni tipo di classificazione coerente e omogenea, come si potrebbe anticipare in un fenomeno interamente fisico e isolati dalle menti degli partecipanti.
Diamo un'occhiata a un breve esempio;
Kelly-Hopkinsville, Kentucky (USA) 21 de agosto de 1955:

La familia Langford y Sutton, composta da 7 adulti y 3 bambini, si godevano una giornata tranquilla in una fattoria isolata, quando, intorno alle sette di sera, Billy Ray Taylor uscì per prender acqua dal pozzo, disse di aver di aver osservato qualcosa come uno strano oggetto multicolore "con tutti i colori dell'arcobaleno" che atterrava lì vicino accanto al letto di un fiume asciutto.

 
 
 
Passata un’ora, ci fu l’abbaiare furioso del cane, indicante che qualcosa che si nascondeva sotto la casa, Billy Ray Taylor e Elmer "Lucky" Sutton, uscirono all’esterno armati e contemplarono con orrore una piccola creatura fosforescente, poco più alta di un metro di altura, tra il metro e 5 centimetri e il metro e 20 centimetri, si avvicinava alla casa con le braccia alzate. Quando si avvicinò a circa sei metri da loro, i due testimoni sdi sentirono minacciati e spararono con le loro armi – un fucile da caccia calibro 12 e una rivoltella calibro 22 – contro la creatura. I due sentirono perfettamente l’impatto dei proiettili contro l’umanoide, descrivendo il suono dell’impatto come se stessero sparando contro “un secchio di metallo.” Credendo di averlo colpito e di averlo ferito a morte, decisero di avvicinarsi ma in quel preciso istante, un’altra creatura che era sul tetto della casa, afferrò per i capelli a uno dei testimoni, il quale non esitò a utilizzare di nuovo la sua arma.
Tre dei testimoni dell'incontro, al centro Elmer "Lucky" Sutton, che descrive ai giornalisti il momento dell’atterraggio dello strano artefatto. Ambedue rientrarono all’interno dell’abitazione da dove, in compagnia degli altri membri della famiglia, poterono osservare – attraverso le porte e le finestre – almeno altri due o tre creature alla volta, che vagavano all’esterno. Queste creature erano argentate, anche se i testimoni non capirono se avessero un abito oppure fosse la loro stessa pelle. Avevano inoltre una gran testone calvo dove si distinguevano dei brillanti occhi gialli al lato del cranio. Nella faccia vi era anche un’enorme bocca. I loro corpi erano estremamente sottili, soprattutto le gambe e lebraccia che arrivavano a toccare il suolo terminando in artigli. Altro dato molto accentuato nella fisionomia dei piccoli umanoidi, era l’esistenza di orecchie relativamente troppo grandi per il loro magro corpo.

 
 
 
Pochi minuti dopo essersi rinchiusi in casa, un’altra creatura si affacciò alla finestra e Ray Taylor, senza esitazione, sparò con la sua arma contro di essa, distruggendo la stessa finestra. Tuttavia, come spesso accade in questi casi, nessuna creatura parve essere stata colpita dalla calda accoglienza dei testimoni.  La ricercatrice Jacqueline Sanders scrive: "Ogni volta centravano gli invasori. Ma i proiettili non producevano alcun effetto. Dopo essere caduti per uno sparo di Sutton, gli ospiti indesiderati si rialzarono e sparirono nelle tenebre". Uno degli esseri, che era sopra un albero, fu colpito dagli spari e cade al suolo fluttuando”, come se le creature fossero prive di peso. Tutti i coinvolti assicurarono che gli umanoidi non emisero alcun suono, segnalarono però che quando passavano tra il fogliame si sentiva il rumore che facevano, come se si trattasse di entità fisiche. Un altro punto da sottolineare è che le creature si avvicinavano sempre alla zona meno illuminata dell’abitazione e quando si spegnevano tutte le luci la loro azione era maggiore. Finalmente dopo ben 3 ore di assedio e di spari, i testimoni fuggirono verso il posto di polizia più vicino.

 Più di una dozzina di poliziotti andarono alla fattoria, che riscontrarono oltre al nervosismo dei testimoni, la testimonianza degli occupanti di un’altra fattoria a tre chilometri di distanza, i quali dissero di aver osservato “due fasci di luce sulle loroteste e d’aver udito un rumore acuto e persistente”. Il capo della polizia Russell Greenwell dichiarò alla stampa che i testimoni erano molto spaventati da qualcosa “al di là della ragione, di non ordinario” e non dubitava che qualcosa di reale era accaduto nella fattoria. Nel luogo del supposto incontro terrificante, gli agenti verificarono le tracce evidenti degli eventi, rappresentati dai numerosi fori di proiettili sparsi ovunque. La polizia scoprì e fotografò una “strana chiazza luminosa no identificata” lungo una recinzione, dove i testimoni dissero di aver sparato e colpito una delle creature. La chiazza scomparve il giorno dopo e non esisterebbe alcun rapporto ufficiale sopra le fotografie o sui campioni raccolti sul posto. Alcuni poliziotti videro una misteriosa luminosità verde proveniente dal bosco che non poterono identificare. Gli agenti abbandonarono la fattoria verso le due e un quarto del mattino, quando videro che la situazione si era ormai tranquillizzata.
Ma la storia non era ancora finita. Verso le due e mezze, Glenie Langford osservò gli spaventosi occhi gialli di un bambino alla finestra e di nuovo Lucky Sutton sparò all’umanoide sfuggente e curioso che scomparve nell’oscurità. L’ultima delle creature fu avvistata verso l’alba, verso le quarto e quarantacinque. Con le prime luci dell’alba i testimoni poterono respirare con tranquillità e destarsi dal loro particolare incubo.


Dire che le creature non si mostrarono in nessun momento ostili, sarebbe davvero curioso…In tempi passati l'incontro con tali creature sarebbero state inquadrato in un contesto completamente al di fuori della "visita aliena" ... E come nell’attualità gli esseri elementari erano sfuggenti e non davano spiegazioni agli umani delle loro origini e dei loro propositi…
Comprovante gli straordinari eventi di quella notte, verso le undici di sera, un ufficiale di polizia riferì che nei dintorni della fattoria dei Kelly-Hopkinsville, osservò uno strano meteorite accompagnato da un suono “simile al fuoco di artiglieria proveniente direttamente da quella direzione”.



 

La cosa più irritante della descrizione e dei disegni di ambo le famiglie, è che queste creature hanno sorprendenti e rivelanti parallelismi con gli esseri elementari descritti per secoli in varie parti del mondo. E possiamo anche trovare similitudini con il dipinto di Richard E. Geis del 1944, intitolato suggestivamente “Un essere di guardia all’ingresso a un canyon marziano”… Semplice casualità? Oppure siamo forse di fronte ad un chiaro esempio di “distorsione” di elementi ricorrenti e conosciuti della nostra psiche, ma sviluppati e aggiornati da un “agente esterno” sotto al prisma extraterrestre?






JOSE ANTONIO CARAV@CA



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viernes, 17 de enero de 2014

L´UFO DISTRUTTORE DELL´ETIOPIA


 
 
Il 7 agosto del 1970, gli abitanti del paesino di Sela'i Da'iro in Etiopia, vissero un’esperienza terrificante. Accade nella tarda mattinata, all’incirca verso le 11 e mezze, quando in piena luce, vari testimoni riferirono di sentire un strano e forte rumore che veniva dalla foresta. Mentre l’insolito suono aumentava, una sfera brillante di colore rosso, all’apparenza ardente, si precipitò verso il villaggio. La misteriosa sfera luminosa impattò contro varie abitazioni, distruggendole violentemente e sradicando alberi dal suolo. L’oggetto continuò la sua inquietante traiettoria, volando a bassa altura e parallelamente al terreno per circa 140 metri, per immediatamente poi – terrorizzando gli abitanti – retrocedere e continuare la sua distruzione sopra il paesino. Stavolta, oltre alle case, sorvolò una strada, il cui asfalto si fuse e spezzò durante il passaggio. La sfera di fuoco scomparve in lontananza, lasciando dietro di sé una scia di distruzione e di orrore. L’orribile esperienza durò circa 10 minuti e almeno 50 case erano state distrutte al passaggio del misterioso “meteorite”. In seguito, gli abitanti del villaggio constatarono che una bambina era morta tra le rovine di una casa e almeno altre 8 persone erano rimaste ferite. Come prova dell’inteso calore dell’oggetto la strada di asfalto presentava varie zone liquefatte, tutta l’erba circostante che serviva da pasto per gli animali era bruciata e in una casa colpita dalla collisione con l’oggetto si ritrovò una pentola completamente fusa.
 
 
 
 
 
Si venne a sapere dell’incidente grazie ad un medico dell’Onu, il dottor Attal Makk, di stanza nella zona che inviò una lettera con tutti i dettagli e con fotografie dell’evento al ricercatore Joseph Allen Hynek. Apparentemente nella zona della devastazione non si rivennero resti metallici che potevano indicare che la distruzione avrebbe potuta esser stata causata da qualche tipo di proiettile militare. Purtroppo non fece nessuna investigazione nella zona che potesse confermare questa incredibile storia. Per di più, le foto, non potevano provare i fatti narrati, perché potevano anche essere le foto di un eventuale conflitto civile dell’Etiopia. Comunque, sia per il dottor Hynek che per il dottor Vallée, fu una storia abbastanza verosimile da inserirla nel libro “The Edge of Reality” (1976).
 
 
 
 
 
 
JOSE ANTONIO CARAV@CA


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jueves, 16 de enero de 2014

L’INCONTRO DI JOE SIMONTON: DISCI VOLANTI, TURISTI ITALIANI E BISCOTTI COSMICI…



Per quanto ci sforziamo, in ogni esposizione di incontri ravvicinati con gli OVNIs/UFO nel mondo, troviamo incidenti che sfidano la ragione e che sembrano il prodotto di una "mente" squilibrata.
La maggior parte dei casi contengono elementi la cui unica finalità, a quanto pare, è quello di minare la credibilità della propria esperienza e che questa non sia creduta da ampia parte della popolazione ed che poi sia presa come uno scherzo.
Né sembra logico che un presunto testimone "inventi" un episodio di incontro con un OVNI/UFO (per ingannare la stampa, per esempio), immaginando dettagli assurdi e illogici che fanno perdere credibilità al caso.
Si farebbe tutto questo solo per prendere in giro la gente?
Quindi, se cerchiamo la radice di questi elementi assurdi e incoerenti probabilmente troveremo un fenomeno che è denominato Distorsione.
Quando si verifica un incontro ravvicinato, le entità fanno parte di tutto “l’allestimento” (della scena, degli attori, ecc.) della suddetta rappresentazione che avviene davanti agli occhi del testimone, con materiale psichico estratto dalla mente dell'osservatore.
È qualcosa di simile ai sogni, dove la logica e l'assurdo si danno la mano senza accorgersene. Quando dormiamo la nostra mente rappresenta scene "vivide", accettate al momento come “normali”. Tuttavia, quando ci svegliamo, assodiamo l'assurdità di molti assunti del nostro recente sogno.
Qualcosa di simile accade con gli incontri ravvicinati e con molte esperienze OVNIs/UFO, in cui l’"agente esterno" che lo provoca adopera un linguaggio "onirico", basato su immagini e sensazioni che sfuggono dalla ragione cartesiana, ma che in pratica, nello sviluppo e nell'obiettivo è molto simile ai nostri sogni, che trasmettono un "messaggio" infiltrato.
Quando l'agente esterno si manifesta nella nostra realtà, provoca deliberatamente una distorsione della nostra percezione normale, aiutato in ciò dal nostro "database" inconscio.






Questo agente straniero consegue praticamente (come i sogni) che le esperienze sono intrasferibili e estremamente personali.
Pur condividendo caratteristiche in comune (negli avvistamenti UFO), il personaggio principale degli incontri ravvicinati è la sua personalità individualistica e personale.
Sembra che ci sia un alieno e un "disco volante" diverso per ogni testimone.
Vediamo un esempio di ciò di cui stiamo parlando.
Il 18 Aprile 1961, a Eagle River nel Wisconsin, Joe Simonton un uomo di 60 anni che viveva da solo in una fattoria alla periferia della città, ebbe un incontro molto singolare, con dei particolari "cuochi alieni".
Verso le 11 di mattina, Simonton faceva colazione pacificamente quando udì uno strano rumore simile "a quello di un pneumatico che urtava sopra un marciapiede bagnato". Immediatamente, attraverso la finestra, il testimone ha osservò l'atterraggio di un oggetto metallico nel suo giardino.
Si trattava di un artefatto cromato, estremamente luminoso, di nove metri di diametro e di tre metri e mezzo d’altezza.


 

Aveva forma come di due ciotole invertite e aveva "tubi di scappamento" in tutta la sua circonferenza centrale.
L'oggetto non arrivò a toccar terra e continuava a fluttuare a pochi centimetri dal suolo.
Il testimone si avvicinò all’artefatto e d’improvviso un portello si aprì. All'interno del OVNI/UFO, Simonton osservò tre occupanti con carnagione scura, capelli neri e tra i 25 e i 30 anni di età. Essi avevano un’altezza di metro e 5 centimetri e del peso di circa 56 chili. Indossavano tute nere o blu marino con camicia a collo alto e caschi di stoffa.
Simonton disse ai giornalisti che erano ben rasati e sembrava "di origine italiana".
Uno degli occupanti diede al testimone una ciotola "metallica" con due manici che sembrava essere fatta dello stesso materiale della nave, indicando con gesti che avevano bisogno di acqua da bere.
Infatti uno degli umanoidi si portò la ciotola alla bocca mimando il gesto del bere.
Da buon padrone di casa, Simonton accolse la richiesta e andò in casa a riempire la ciotola d'acqua, che pesava più dell’alluminio e meno dell’acciaio.
Il testimone riferì che: "Era una bella cosetta, una ciotola tipo thermos come una bottiglia, ma differente da ogni altra che aveva visto fino allora".
Tornando indietro, notò che all'interno dell’artefatto, vi era un occupante impegnato con una griglia da cucina, che stava facendo dei "biscotti" (i nostri colleghi anglosassoni usano il termine pancakes anche se era in realtà una specie di "tortina"). Non vide fuoco sulla griglia.




Quando consegnò la ciotola Simonton si appoggiò all’oggetto. L'interno dell’artefatto era nero opaco e aveva tre "cruscotti" simili al ferro battuto.
Il testimone disse che sentiva una morbida rumore simile a quello di un generatore elettrico. Simonton, a gesti, chiese i biscotti a un "italiano".
Lo "chef" che aveva strisce rosse sui pantaloni, gli diede quattro biscotti, ancora caldi, di circa sette centimetri e mezzo di diametro, con piccoli fori.
Questo umanoide sfiorò leggermente la fronte a Simonton in un gesto di gentilezza per la sua collaborazione, o almeno così interpretò il testimone. "Infine, – scrive Jacques Vallee nel suo libro Pasaporte a Magonia – l'individuo più vicino al testimone assicurò un gancio a una specie di cintura che portava alla sua tuta e chiuse il portello così perfettamente che Simonton ebbe problemi nel distinguere il suo contorno".

Immediatamente dopo la macchina si alzò con un angolo di 45 gradi, a sei metri da terra e si allontanò via verso sud, tanto da far piegare le cime di alcuni pini lì vicino, ma senza causare alcuna traccia visibile su di essi. L’esperienza durò cinque minuti.
Simonton assaggiò uno dei biscotti nell'interesse della scienza, e riferì ai giornalisti che "sapeva di cartone."
Nella rivista Flying Saucer Review del 1962 ed anche in una intervista televisiva, Joe Simonton dichiarò che quegli esseri avevano uno sguardo molto profondo, penetrante, e non poté guardarli a lungo negli occhi.
Questo particolare dello "sguardo profondo" è considerevole (per la "verità" dell’esperienza) e sarebbe poi diventato un punto di riferimento in molti incontri ravvicinati registrati in tutto il mondo, soprattutto nei casi di sequestro.
Simonton consegnò un biscotto al giudice della contea di Vilas, Frank Carter, che era un dichiarato appassionato di OVNIs/UFO e membro del NICAP (Comitato Nazionale indagini dei fenomeni aerei), ma a quanto pare il famoso gruppo non prese la questione troppo sul serio.
Il poliziotto Schroeder, che conosceva Simonton da 15 anni, disse: "ovviamente credeva alla verità di quello che diceva."
L’USAF esaminò la questione analizzando uno dei biscotti nel "US Departament of Health, Education and Wefare´s Food and Drug Laboratory" (Dipartimento della Salute, Istruzione e Laboratorio di Alimentazione e Farmaceutica di Wefare).
Il risultato fu; "Grasso idrogenato, amido, grano saraceno, soia e crusca di frumento. I batteri e le letture di radiazioni erano normali per questo materiale. Analisi chimiche, infrarossi e altre prove di tipo distruttivo sono state eseguite su questo materiale... un ordinario biscotto d’origine terrestre".

Nel luogo del presunto incontro non si riscontrarono nessuna tipo di evidenze ...
Sebbene Loren Coleman segnalava in un articolo intitolato "High Strangeness: Space Pancakes" (enorme stranezza: biscotti spaziali) che il ricercatore Ray Rath dichiarò: "Si dice, tuttavia, che il frumento del biscotto era di un tipo sconosciuto." Nella relazione USAF si specifica che Joe Simonton: "ha risposto alle domande direttamente, non si è mai contraddetto, ha insistito che i fatti erano avvenuti esattamente come aveva detto e si rifiutò di accettare abbellimenti o modifiche. Era sicuro che non gli avrebbero creduto, ma non gli importava. Disse semplicemente che tutto questo era accaduto ed era tutto".
Disse inoltre indicato che l'evento non aveva spiegazione alcuna.
Nel frattempo il ricercatore John Keel nel suo libro OVNI: Operación Caballo de Troya (UFO: Operazione Cavallo di Troia) commentava che: "In quel tempo stesso, un agente di assicurazione di nome Borgo Savino stava guidando lungo la strada 70, a circa seicento metri dalla fattoria di Simonton, quando vide quello che ha poi descritto come un piattino rosa che si alzava in aria in diagonale e volò parallelo alla strada".
Un dettaglio interessante delle analisi eseguite sul biscotto indicava che questo non conteneva sale.
Jacques Vallee, nel suo magnifico libro Pasaporte a Magonia, confrontava questo "dono culinario" con gli alimenti delle fate che non devono contenere il sale.
Il Dottor Joseph Allen Hynek, insieme al maggiore Robert Friend, disse che il testimone stava dicendo la verità, ma che tutto era il prodotto di una lucida "insognazione", avvenuta mentre veniva preparata la colazione.
Simonton poi si pentì d’aver racconto la sua storia al pubblico, perché soffrì ripetutamente di burle e scherzi sia dai suoi vicini che dalla stampa.
La sorte dei misteriosi biscotti fu:
1 – Consumati da Simonton.
2 – Consegnati al NICAP.
3 – Consegnati al USAF (Come detto poi nella Base della Air Force Wright-Patterson)
4 – In mano propria di Simonton (anche se apparentemente sono finiti nelle mani del ricercatore Barry Greenwood).

Su "Sogni lucidi", Biscotti e incontri ravvicinati
Sono in parte d'accordo con l'approccio del dottor Hynek nel dire che il testimone aveva una "esperienza vicina allo stato di un sogno", ma senza dubbio il suo incontro ha avuto un carattere "fisico", "reale" e tangibile, originato da un "agente esterno" alla mente di Simonton.
La psiche del testimone serve per aggiungere (riunire) elementi quotidiani al supposto atterraggio di un OVNI/UFO.
È particolarmente strano che un veicolo spaziale abbia una griglia per la cottura, oltre che esser usata da "turisti italiani" che regalano biscotti e che hanno ciotole d'acqua.
Non c'è dubbio che tutti questi aspetti, sono il risultato di un complesso fenomeno di distorsione, che nasce dalla unione della mente di Simonton e del "agente esterno".
È ricorrente che in molti incidenti con gli equipaggi dei dischi volanti, questi chiedano acqua ai stupefatti testimoni.
In qualche modo questo "archetipo" rassicura gli osservatori che all'interno di un contesto straordinario siano capaci di riconoscere comportamenti, oggetti e azioni del tutto banali.
Per esempio, Simonton aveva lavorato come idraulico, ed è molto "sospetto" che l'UFO era circondato da tubi.
In più, l’artefatto sembrava dalla descrizione uno di quei "rimorchi" dove si preparano pasti veloci, così comune negli Usa, più che una nave spaziale...
Se i sogni normali di solito hanno aspetti e elementi inspiegabili, assurdi e difficile da capire, è da immaginare il risultato dell'unione dell'incosciente di un testimone e la manipolazione di un agente sconosciuto in natura e finalità, che ha la capacità di creare materia.

Risulta quantomeno sospetto che un idraulico, osservava molti "tubi" sulla superficie del OVNI/UFO… Anche in questo caso è chiaro che l’incosciente del testimone contribuisce nello sviluppo di un incontro UFO. Inoltre, se si pensa che sia Simonton, come l'equipaggio della macchina stavano facendo colazione...

Quando avvenne l’atterraggio OVNI/UFO di Eagle River, l’"agente esterno" sintonizzò l’inconscio di Simonton, e costui sicuramente avrebbe voluto un incontro con gente normale, ospitale, che cucina nella sua navicella dei biscotti speciali per la colazione di ogni vicino.
Questo stesso dettaglio dei biscotti, fondamentale nell'esperienza, rese poi impossibile far credere a molte persone della testimonianza di Simonton. Risate e incredulità erano garantiti.
Pertanto, la "distorsione" comporta una capacità intrinseca di assurdo e di immaginario impossibile (segnale di identità di molti incontri con gli OVNIs/UFO) che permette al fenomeno di spostarsi tra il reale e lo straordinario, tra la veglia e il sonno.
I biscotti non avevano niente di speciale, poiché tutto si riduce al livello del nostro universo conosciuto e privato.
Ma tuttavia, analizzando la loro verità interiore ci si renderà conto che i biscotti sono i prodotti di una distorsione della nostra realtà e comporta, con i loro ingredienti mondani, un messaggio subliminale molto importante e significativo. Un messaggio che noi non sappiamo ancora, decodificare.






JOSE ANTONIO CARAV@CA


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